giovedì 25 giugno 2015

Un pomeriggio alla Villa Cordova di Caltanissetta: premessa

Tempo fa abbiamo inoltrato alla prefettura di Caltanissetta un’istanza di autorizzazione all’ingresso nei centri governativi della provincia.
In risposta abbiamo ricevuto una sorta di “ pre-autorizzazione” con la quale la Prefettura dichiarava di autorizzarci, ponendo però le seguenti condizioni :
-  presentazione alla suddetta prefettura di un’ulteriore richiesta per la visita di ogni centro di accoglienza;
-  richiesta del consenso informato degli ospiti intervistati.
La mission di Borderline Sicilia è diffondere l’informazione connessa al settore della tutela dei diritti umani e monitorare le prassi messe in atto dagli attori istituzionali e privati relative al soggiorno e all’accoglienza.
L’attività di monitoraggio  è solo una delle attività in cui ci impegniamo per capire le condizioni in cui vivono i migranti, attraverso la voce di coloro che si trovano accolti entro le diverse realtà del sistema di accoglienza.
Nei report relativi alle visite nei centri, quando autorizzati, è nostra abitudine dare spazio anche a quanto raccontano i responsabili dell’ente gestore per poter bilanciare il racconto relativo a quanto rilevato, con le testimonianze di entrambi gli attori dell’accoglienza (oltre che con le nostre impressioni).
Poiché questo sistema di accoglienza non dimostra di garantire i diritti fondamentali degli interessati,  ma al contrario, relega spesso e volentieri i richiedenti asilo in una  condizione di vulnerabilità, riteniamo che sia opportuno garantire l’anonimato a coloro che intervistiamo,  e non rischiare in nessun modo che possano subire ripercussioni per quanto testimoniato.
Purtroppo, la condizioni poste dalla prefettura di Caltanissetta ci costringono a limitare il nostro lavoro di rilevamento delle informazioni relative alle condizioni nei centri, alle sole testimonianze raccolte dagli ospiti incontrati fuori dalle strutture.
Questa premessa ci pare doverosa  per descrivere il nostro lavoro e  diviene indicativa delle condizioni in cui si trovano a lavorare le organizzazioni della società civile che lavorano in difesa dei diritti dei migranti e delle difficoltà che le istituzioni pongono alle attività di monitoraggio all’interno dei centri.
Seguono due report su a due degli 8 centri di accoglienza governativa della provincia: il Cara di Pian del Lago e il centro Madre Speranza, risultato di un pomeriggio di interviste alla villa Cordova, un parco cittadino di Caltanissetta, luogo quotidiano di aggregazione di molti cittadini, italiani e stranieri.

Giovanna Vaccaro
Borderline Sicilia Onlus