lunedì 17 dicembre 2012

Mineo, rivolta contro la burocrazia lenta

ctzen - Di Desirée Miranda. Scontri tra Guardia di finanza e immigrati al centro per richiedenti asilo di Mineo, nel catanese. A scatenare gli animi il mancato arrivo di una delle commissioni che si occupa del rilascio dei documenti agli stranieri che quindi avrebbero lanciato sassi, pezzi di staccionate e altri oggetti tra cui un tombino. Quello delle lungaggini burocratiche rimane un problema. «Sono qui da un anno e dieci mesi e devo ancora aspettare», riferisce uno degli ospiti del centro che – dopo gli ultimi sbarchi a Lampedusa – è sempre più sovraffollato.
Scontri tra militari della Guardia di finanza e alcuni migranti ospitati al centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo. Dieci sarebbero i militari feriti, di cui tre sarebbero stati ricoverati all’ospedale di Caltagirone per degli accertamenti. Uno è stato colpito da un tombino alla testa, ma l’impatto è stato attutito dal casco quindi non è in pericolo, secondo quanto riferisce l’Ansa. Per difendersi dal lancio di sassi, pezzi di staccionate e oggetti contundenti, sempre secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa, i finanzieri hanno sparato dei lacrimogeni facendo indietreggiare gli extracomunitari. Nessuna conferma o smentita giunge però da parte del comando della Guardia di finanza.

«Non so bene come è iniziato tutto, ma so che c’è stata mezz’ora di casino tra otto o nove ragazzi e i militari» racconta il pachistano Tahir, uno degli ospiti del centro. Gli scontri sono iniziati all’improvviso a causa del mancato arrivo della commissione che si occupa del disbrigo dei documenti per gli ospiti del centro, riferisce Tahir. «Abbiamo mangiato ed era tutto ok, ma poi la commissione non arrivava e hanno preso i bastoni», racconta. «Adesso è tutto ok e la commissione è arrivata», aggiunge.

Il centro di Mineo può ospitare mille e 800 persone, ma al momento ce ne sarebbero circa duemila e 700, quasi mille in più. Nelle ultime 24 ore, dopo la ripresa degli sbarchi a Lampedusa, ne sono arrivati altri 400 e un altro arrivo è previsto per questa sera.

Quelli che sono chiamati ospiti, sono persone che chiedono diritti, riconoscimento di permessi di soggiorno per scopi umanitari, ma a volte, spesso, accade che attendono tempi lunghissimi legati alla burocrazia. Tahir, ad esempio, aspetta da un anno e dieci mesi i suoi documenti. «Non so perché non arrivino, mi hanno detto che devo aspettare e ancora sono qui», conclude.

E secondo Riccardo Campochiaro, uno degli avvocati che assiste i richiedenti asilo a Mineo sono almeno tre i motivi per cui si aspetta così tanto tempo per avere i tanto agognati documenti.
Il problema nasce dai numeri troppo elevati.  «Non è gestibile un Cara con oltre duemila persone», dice l’avvocato. A questo va aggiunto il fatto che ad occuparsi di tutti è una sola commissione, la sub-commissione di Mineo,  e che c’è stato un blocco di circa un mese e mezzo nelle procedure dovuto al ritardo di una circolare del governo italiano. «È stato deciso – spiega Campochiaro – che tutti quelli provenienti dalla Libia debbano avere un permesso umanitario di un anno. Sono circa 700 gli immigrati a Mineo che ne avrebbero diritto».  La decisione del governo, che è arrivata poco tempo fa, potrebbe facilitare la procedura di rilascio, ma va sottolineato un altro intoppo burocratico. il rilascio può avvenire soltanto previa domanda in Questura, «ma sono accettate solo dieci persone al giorno, considerato quanti sono i richiedenti, passerà ancora del tempo», conclude Campochiaro.