La rivolta di qualche giorno fa è rientrata, ma le condizioni interne al centro restano disagiate, per il numero di migranti, per un generale atteggiamento rigido nei confronti in particolare dei tunisini e per le solite inefficienze dell’ente gestore che nascondono in parte la volontà di umiliare e spezzare questa gente e in parte l’esclusivo interesse a minimizzare i costi e massimizzare il profitto.
La condizione delle donne e delle ragazze (minori nigeriane e tunisine) è particolarmente vulnerabile per via della promiscuità all’interno del centro. Sembra molto probabile che queste vengano indotte a prestazioni sessuali in cambio di protezione o di favori.
In generale l’isola si è svuotata di turisti. I lampedusani lamentano continuamente la brevità e scarsezza della stagione turistica. I più illuminati danno almeno parte della colpa all’assenza politica che non è stata capace di calmierare i prezzi dei voli (in particolare da Milano).
Molti se la prendono con i giornalisti. La troupe cinematografica tedesca che era con me è stata aggredita e insultata da un gruppetto di ragazzine (16-17 anni) quando ha cercato di filmare uno sbarco. Loro pensavano che le ragazze non volessero essere riprese, invece erano inviperite contro i giornalisti che rovinano l’immagine dell’isola e mettono a rischio la loro sussistenza.
In altri (non rari) casi si sostiene la tesi contro i clandestini: “Ne va della mia sopravvivenza contro la mia. Se ne vedo uno, io ci sparo” (un lampedusano in aereoporto). E’ diffusa l’opinione che mentre gli africani (sub-sahariani) sono brava gente in difficoltà, i tunisini sono in massima parte ex-galeotti senza scrupoli e pericolosi.
Alice Pugliese