di Antonio Mazzeo
Il consorzio Sisifo controlla la struttura lager di Lampedusa e fornisce servizi socio assistenziali in tutta la Sicilia. Un monopolista nel settore con qualche guaio giudiziario. Mineo ma non solo. Quella del mega centro d’accoglienza per richiedenti asilo in provincia di Catania non è certo l’unica fatica di Sisifo nel lucroso campo dell’“emergenza” migranti. Il consorzio, costituito da 25 cooperative sociali siciliane aderenti a LegaCoop, ha infatti dato origine a LampedusaAccoglienza, la società a responsabilità limitata che dal giugno 2007 gestisce il Centro di soccorso e prima accoglienza (CSPA) di contrada Imbriacola, a Lampedusa. Si tratta della struttura-lager dove vengono stipati in condizioni semidetentive i migranti in fuga dalle guerre e dalle crisi socio-economiche che imperversano nel continente africano. Quindici chilometri più distante sorge l’ex base militare USA “Loran”, convertita in albergo-prigione per oltre duecento adolescenti, anch’esso gestito dal personale della Srl in mano a Sisifo.
Dall’agosto 2010 anche il CSPA di Cagliari-Elmas, un centro ricavato all’interno della zona militare dello scalo aeroportuale, è finito sotto il controllo del consorzio siciliano. Sempre in ambito emergenza immigrati Spa, Sisifo coordina il progetto di accoglienza di una decina di profughi nella ex caserma dei carabinieri di Castroreale (Me) e, grazie all’aderente cooperativa Azione Sociale, la Casa del Mudar di Barcellona Pozzo di Gotto dove sono ospitati alcuni minori di origine tunisina.
Il potente consorzio “rosso” può contare su fatturati multimilionari grazie all’offerta, fatta alla Regione Sicilia e agli enti locali, di un ampio ventaglio di interventi sanitari e socio-assistenziali a favore di diversamente abili, minori, anziani, tossicodipendenti e malati terminali. Un radicamento sul territorio che consente di mobilitare, all’occorrenza, clientele e pacchetti di voti a favore di politici di centro destra e centro sinistra. Uno di essi, Nunzio Parrinello, eletto alla Provincia di Catania nelle file degli “autonomisti” del governatore Lombardo, è finito nelle maglie della recentissima inchiesta giudiziaria sulla mala gestione dei servizi sociali nella Sicilia orientale, insieme a una settantina tra amministratori, funzionari e operatori del privato assistenziale. Secondo l’accusa ci sarebbero stati una serie di appalti truccati nella gestione di alcuni servizi, a favore dei soggetti più svantaggiati. Gli affidamenti avvenivano sempre per trattativa privata e con sovrafatturazioni che consentivano ampi margini di “guadagno” a sodali e intermediari. Tra i “servizi” sotto indagine, quello di telesoccorso affidato dal distretto sociosanitario alla cooperativa “Luigi Sturzo onlus” di Catania, socia Sisifo, presieduta da Parrinello.
Tra gli indagati del maxi scandalo compare pure il rappresentante legale della cooperativa Città del Sole di Catania, Antonino Novello, membro del Cda del Consorzio Sisifo e dirigente regionale LegaCoop. Consigliere regionale dell’Unione italiana ciechi, Novello è stato un fedele sostenitore delle campagne di tesseramento del Psi (area Salvo Andò, ex ministro della Difesa). Nonostante lo scivolone giudiziario è stato nominato coordinatore del progetto Ue-Città del Sole per la formazione e l’inserimento lavorativo dei detenuti delle direzioni penitenziarie di Catania e Giarre.
Guai in vista pure per il vicepresidente di Sisifo e odierno amministratore delegato di LampedusaAccoglienza, Cono Galipò. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti ne ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di truffa aggravata e continuata per la gestione del centro per richiedenti asilo di Sant’Angelo di Brolo (Me), attivo dal settembre 2008 al maggio 2010. Secondo gli inquirenti, Galipò avrebbe trattenuto gli ospiti nel centro dopo il rilascio dei permessi di soggiorno, procurando al consorzio Sisifo un “illecito profitto” stimato in 468.280 euro + Iva. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 18 ottobre.
Articolo pubblicato in Left – Avvenimenti, n. 36 del 16 settembre 2011
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