Lunedì 27 novembre la nave Aquarius è
sbarcata a Catania con 421 persone, la maggior parte eritree. Erano presenti
anche cinque uomini provenienti da Egitto, Bangladesh, Etiopia, Pakistan e sud
Sudan. Molto alta la percentuale di donne - il 40% - di cui 7 in stato di gravidanza, e di minori -
in totale 98 - tra cui 60 non accompagnati. Durante lo sbarco tre persone sono
state trasferite in ospedale, tra cui una donna al nono mese di gravidanza alla
quale si erano rotte le acque.
Il salvataggio di queste 421 persone è
avvenuto sabato 25 novembre: i migranti viaggiavano ammassati su
un’imbarcazione di legno e nella stiva - con poca aria - erano raggruppati
soprattutto donne e bambini. Fortunatamente, durante le operazioni di
salvataggio, non vi sono state complicazioni: sul posto era presente solo la
nave di Sos Mediterranée, a cui era stato dato l’ordine di intervenire nelle
operazioni di soccorso da parte dell’IMRCC.
Era andata diversamente invece il giorno
prima. Durante la mattinata di venerdì 24 novembre l’ong Sos Mediterranée ha
individuato due imbarcazioni di migranti in acque internazionali. Nonostante la
necessità di intervenire nell’immediato, la nave della ong non ha ricevuto
l’autorizzazione per predisporre le attività di soccorso, poiché le direttive
sono di continuare a privilegiare le operazioni della Guardia costiera libica,
anche se in contraddizione con le necessità del momento.
Di fatto, dall’IMRCC è arrivata
all’Aquarius la paradossale richiesta di restare a distanza e di non intromettersi,
pur essendo già molto vicina, poiché se ne sarebbe dovuta occupare la Guardia
costiera libica.
Le imbarcazioni sono state raggiunte solo
4 ore dopo, lasciando i migranti in serio pericolo di vita e nella reale possibilità
di naufragio. L’equipaggio dell’Aquarius è quindi stato costretto a osservare
impotente, per 4 ore, la precaria stabilità di queste vite in mare ed il
successivo recupero da parte delle autorità libiche dei migranti che - fuggiti
dalle atrocità subite in Libia - vi sono stati vergognosamente ricondotti.
Viola
Gastaldi