Agenzia.redattoresociale.it - "Dal nostro punto di vista, il programma delle quote e' stato un successo" ha detto oggi un portavoce della Commissione europea. Eppure le cifre parlano chiaro: in 24 mesi gli Stati dell'Ue hanno accettato 27.695 richiedenti asilo.
ROMA - "Dal nostro punto di vista, il programma delle quote è stato un successo", ha detto oggi un portavoce della Commissione europea. Eppure le cifre parlano chiaro: in 24 mesi gli Stati dell'Ue hanno accettato 27.695 richiedenti asilo (19.244 dalla Grecia, 8.451 dall'Italia), a fronte dei 160 mila posti messi a disposizione nell'accordo temporaneo assunto dagli Stati membri nel settembre 2015.
Il sistema delle quote, che impegnava ogni stato ad accogliere un certo numero di richiedenti asilo in proporzione alla propria popolazione (sospendendo il meccanismo di Dublino, che riserva esclusivamente al Paese di primo approdo del migrante il compito di prendere in carico le domande di protezione internazionale) si conclude oggi.
Ma gli obblighi dei Paesi Ue a ricollocare le persone che sbarcano in Grecia o in Italia "non terminano affatto", ha tenuto a dire il Commissario europeo per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos. Secondo la Commissione, restano ancora 10 mila richiedenti asilo potenziali tra Grecia e Italia. E per Avramopoulos, i pochi ricollocamenti non sono da imputarsi alla cattiva volontà dei governi, ma al profilo dei singoli migranti che hanno bussato ai cancelli Schengen: "Il numero di persone che rispondevano ai criteri per il ricollocamento si è dimostrato più basso del previsto", soprattutto "quelli arrivati in Italia". La protezione si garantisce in particolare ad eritrei e siriani, e per questi ultimi - ha spiegato ancora Avramopoulos - Bruxelles ha stretto un accordo speciale con Ankara affinché fosse la Turchia ad occuparsene.
A giugno la Commissione ha aperto una procedura di infrazione contro Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia in quanto non hanno accolto neanche un richiedente asilo.