- Malagestione, diritti negati ed esclusione: i grandi mali dell’accoglienza siciliana
- Minori in fuga da un sistema “in emergenza”
- Ancora sbarchi in Sicilia, mentre continuano arresti e respingimenti
- Criminalizzazione dei soccorsi in mare: le ONG nell’occhio del ciclone
- Gabriele Del Grande fermato in Turchia: l’appello di Borderline Sicilia e le iniziative per la liberazione
- News ed eventi: Abbattiamo i muri. A Palermo, Corteo contro hotspot, decreti Minniti, G7. A Catania, in memoria della più grande strage del Mediterraneo, per ricordare tutti i migranti che ancora muoiono in mare
- Info e contatti
MALAGESTIONE, DIRITTI NEGATI ED ESCLUSIONE: I GRANDI MALI DELL'ACCOGLIENZA SICILIANA
Nel corso del monitoraggio di due strutture di accoglienza di Marsala, notiamo come, ancora una volta, emergano difficoltà analoghe a quelle riscontrate in altri centri del Trapanese, a cominciare dal problema dei tempi di permanenza prolungati, pur quando si tratti di luoghi destinati alla prima accoglienza. Più della metà degli ospiti del CAS “Borgo della Pace” - per lo più ricorrenti provenienti da Senegal e Gambia – vive nella struttura dal 2014. Ma i tempi lunghi di attesa favoriscono gli allontanamenti volontari. Come succede anche nell'ex Ipab “Giovanni XXIII”. Qui, il numero di operatori inadeguato, la situazione di caos e disordine e le pessime condizioni igieniche fanno sì che molti preferiscano andare a vivere per strada.
A metà marzo le forze dell'ordine intervengono nuovamente a Pian del Lago (Caltanissetta) per sgomberare l'accampamento situato sotto i piloni della strada statale 640, dove vivono migranti e richiedenti asilo. Alcuni di loro sono stati accolti nei centri di prima accoglienza, altri – non avendo altra possibilità, sono tornati la stessa notte sotto il cavalcavia, per ricostruire i loro alloggi di fortuna. Ancora una volta le istituzioni usano gli sgomberi come unica risposta al problema dei migranti costretti a vivere per strada.
MINORI IN FUGA DA UN SISTEMA “IN EMERGENZA”
Il sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati continua a fondarsi su prassi emergenziali che producono situazioni confuse e paralizzanti per il futuro dei giovani migranti. La mancanza di una programmazione organica e strutturata provoca sistematiche violazioni dei diritti fondamentali. I minori soli vengono accolti in centri sovraffollati, dove sono costretti ad attendere, anche mesi, sia per la nomina di un tutore che per le pratiche necessarie alla domanda di protezione internazionale. Molti si allontanano dalle strutture e si disperdono nei territori, finendo inghiottiti nella voragine dell'invisibilità e dello sfruttamento.
M., diciassettenne sbarcato a Pozzallo lo scorso anno, ha scelto di fuggire dall'Italia e da un sistema di accoglienza in cui gli interessi economici degli enti gestori prevalgono sulle esigenze di tutela dei minori migranti e in cui le denunce di malagestione e di abbandono cadono nel vuoto. Adesso vive in Germania.
ANCORA SBARCHI IN SICILIA, MENTRE CONTINUANO ARRESTI E RESPINGIMENTI
I sopravvissuti alle ultime traversate sono partiti quasi tutti da Sabratha, in Libia, ed hanno viaggiato per circa tre giorni prima di approdare a Pozzallo, Augusta e Trapani. In 433 sono giunti al porto di Catania la mattina di venerdì 7 aprile a bordo della nave Aquarius; tra di loro molte donne hanno raccontato al personale di bordo degli abusi, delle violenze e dei maltrattamenti subiti prima di imbarcarsi. Ad ogni sbarco, si ripete il copione dell'arresto di almeno un “presunto scafista” da dare in pasto alla stampa. E non conoscono tregua neanche i respingimenti – soprattutto a carico di migranti di origine marocchina – ai quali viene intimato di lasciare l'Italia entro sette giorni dalla frontiera di Roma Fiumicino.
CRIMINALIZZAZIONE DEI SOCCORSI IN MARE: LE ONG NELL'OCCHIO DEL CICLONE
Perché solo ora, a circa due anni dalle prime operazioni di salvataggio da parte delle Ong, è iniziata questa campagna di criminalizzazione dei soccorsi in mare e perché proprio dall’Italia? Le motivazioni degli attacchi contro le Ong vanno cercate negli ultimi sviluppi delle politiche europee ed italiane, il cui fine oggi è la chiusura della rotta mediterranea. Questa è stata la risposta data dai rappresentanti di S.O.S. Mediterranee e MSF, durante la conferenza stampa tenutasi a bordo della nave Aquarius a Catania.
La campagna mediatica diretta a gettare discredito sulle ONG che operano nel Mediterraneo in soccorso dei migranti – partita da Frontex e ulteriormente aggravata dalle dichiarazioni di alcune procure e di esponenti politici – ha dato luogo, in Italia, ad un acceso dibattito. Judith Gleitze (borderline-europe/Borderline Sicilia) ne analizza le origini e le ragioni profonde, evidenziando le diverse voci che l'hanno animata.
Eppure il ruolo delle organizzazioni non governative continua ad essere prezioso per il salvataggio di vite umane, a fronte del totale disinteresse dei governi europei che si rifiutano di fornire mezzi di soccorso. Nel giorno di Pasqua la nave umanitaria Iuventa ha preso a bordo centinaia di persone, impedendo un altro grave naufragio nel Mediterraneo.
8.360 persone sono state soccorse tra venerdì 14 e domenica 16 aprile 2017. Il network WatchTheMed Alarm Phone è stato coinvolto in due casi di emergenza e ha potuto osservare in prima persona sia l’assoluta inadeguatezza dei mezzi di salvataggio delle autorità dell’Unione Europea che il contributo cruciale delle organizzazioni non governative per evitare i morti in mare.
GABRIELE DEL GRANDE FERMATO IN TURCHIA: L'APPELLO DI BORDERLINE SICILIA E LE INIZIATIVE PER LA LIBERAZIONE
Il 10 aprile il giornalista italiano Gabriele Del Grande viene arrestato in Turchia e imprigionato in un centro di detenzione per stranieri al confine con la Siria. Dopo nove giorni vissuti in isolamento, senza poter nominare un avvocato né interloquire con i suoi familiari, Del Grande comincia lo sciopero della fame. Borderline Sicilia diffonde un appello con cui chiede l'immediata liberazione del giornalista e promuove iniziative a Catania, Palermo e Agrigento, per mezzo delle quali aderisce alla richiesta di mobilitazione lanciata da Gabriele e dalla sua famiglia.
NEWS ED EVENTI: ABBATTIAMO I MURI. A PALERMO, CORTEO CONTRO HOTSPOT, DECRETI MINNITI, G7. A CATANIA, IN MEMORIA DELLA PIÙ GRANDE STRAGE DEL MEDITERRANEO, PER RICORDARE TUTTI I MIGRANTI CHE ANCORA MUOIONO IN MARE
Palermo dice No alle logiche securitarie e razziste contenute nella nuova legge sull'immigrazione, No ad un hotspot e a tutti i luoghi di negazione dei diritti e No al G7 per le strategie di controllo globale. Sono questi i tre punti principali della manifestazione "Abbattiamo i muri" del 20 aprile. Chiesta la liberazione dello studente marocchino trattenuto nel Cie e del giornalista Gabriele Del Grande detenuto in Turchia.
Nella notte tra il 17 ed il 18 aprile 2015, 800 persone hanno perso la vita nel più grande naufragio avvenuto dal dopoguerra nel Mediterraneo Centrale. La mattina del 18 aprile 2017, la Rete Antirazzista Catanese ed altri cittadini hanno voluto commemorare con un gesto simbolico ed un minuto di silenzio la scomparsa di due anni fa.
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