Comunicato stampa
L’associazione Borderline Sicilia esprime preoccupazione per la sorte delle decine di richiedenti asilo che nelle scorse settimane hanno visto notificarsi dalla prefettura di Agrigento, congiuntamente al rigetto della domanda di protezione internazionale, un decreto di espulsione dal territorio italiano.
Si tratterebbe di provvedimenti di diniego per manifesta infondatezza adottati, a seguito di audizione del richiedente asilo, sulla base del recente decreto che recepisce due direttive sull’asilo, entrato in vigore lo scorso 30 settembre.
Al di là delle valutazioni di merito in ordine sulle singole decisioni adottate della Commissione territoriale di Agrigento, appare gravissimo ed inaccettabile che la Prefettura di Agrigento abbia provveduto ad espellere persone che per la legge sono da considerarsi richiedenti asilo fino alla scadenza dei termini per l’impugnazione dei provvedimenti di rigetto della domanda di protezione internazionale.
Appaiono ancora più gravi le modalità con le quali i richiedenti asilo espulsi siano stati esclusi dall’accoglienza. Da alcuni operatori, infatti, abbiamo appreso che la Prefettura di Agrigento avrebbe impartito a tutti i centri della provincia la disposizione di cessare immediatamente l’accoglienza delle persone raggiunte da ordine di espulsione, dietro minaccia di pesanti sanzioni nei confronti degli enti gestori. I richiedenti asilo diniegati sono pertanto stati messi alla porta da un giorno all’altro senza alcun preavviso e senza un euro in tasca in quanto molti gestori non erogano loro da mesi il pocket money.
Borderline Sicilia denuncia l’illegittimità della prassi adottata dalla Prefettura di Agrigento che violando le disposizioni di legge (significativamente l’art. 35 del d. lgs. n. 25/2008) sulle modalità di impugnazione dei dinieghi della protezione internazionale, di fatto nega a decine di persone il diritto ad una difesa effettiva, lasciandoli da un giorno all’altro senza un posto in cui vivere, né soldi in tasca.
Ci troviamo di fronte all’ennesimo escamotage istituzionale (uno per tutti quello dei respingimenti differiti denunciati nel mese di ottobre) messi in atto, da un lato, per avere immediatamente disponibili posti in accoglienza, dall’altro mantenere gli standard di efficienza che l’Europa ci impone (e l’Italia accetta incondizionatamente) in termini di numeri e non di diritti, anche a costo di gravissime violazioni di legge.
L’associazione Borderline Sicilia chiede con forza che il governo abbandoni le innumerevoli prassi illegittime messe in atto nel 2015, e si impegni nella ricerca di soluzioni compatibili con il rispetto dei diritti umani, imponendo politiche ragionate di tutela e non discriminatorie ed offensive degli interessi coinvolti.
Borderline Sicilia Onlus