mercoledì 1 luglio 2015

Newsletter SICILIAMIGRANTI - Giugno 2015

  • Nuovi morti e nuovi sbarchi. Identificazioni e pessime condizioni di accoglienza
  • Quando la lotta e’ anche per una degna sepoltura
  • L’Europa alza i muri verso la disperazione di chi fugge
  • Un’accoglienza che fa’ rima con attesa, sfiducia e mancata integrazione
  • Nuove indagini sulla gestione del Cara di Mineo, ma i migranti continuano ad esservi trasferiti
  • Osservatorio razzismo e xenofobia: le gravi dichiarazioni di un dirigente della Polfer
  • News ed eventi: Borderline Sicilia al Parlamento europeo in ricordo di Alexander Langer
 NUOVI MORTI E NUOVI SBARCHI. IDENTIFICAZIONI E PESSIME CONDIZIONI DI ACCOGLIENZA
Mentre i rappresentanti istituzionali italiani ed europei continuano a discutere, migliaia di migranti sono arrivati in Sicilia anche questo mese. Una delle conseguenze più evidenti delle decisioni europee sono le procedure di identificazione, velocizzate ed effettuate spesso già in banchina, per i migranti trasferiti fuori dall’isola. Succede a Catania, dove parte dei nuovi arrivati viene sistematicamente ancora trasferito al Cara di Mineo
A Pozzallo invece, i migranti vengono inviati sempre più frequentemente al Nord, in grandi città come Milano e Venezia. Dopo le lente procedure di sbarco, i profughi sono caricati su autobus che percorrono tutta la penisola, senza avere la possibilità di lavarsi o ricevere un cambio di vestiti

La stretta dei governi europei sui rimpatri e la trappola del regolamento Dublino, porta i migranti a scegliere rotte e mezzi nuovi per raggiungere l’Italia. Un’imbarcazione con a bordo tunisini e subshariani cerca di dirigersi verso una piccola spiaggia del trapanese, ma viene intercettata dalla Guardia Costiera che  la dirotta verso il porto di Pozzallo
A metà mese a Catania si registral’arrivo di più di 1000 migranti, in un porto blindato per l’associazionismo locale, a cui non viene concesso l’accesso. L’imponenza dell’arrivo si traduce facilmente in alibi per un’accoglienza frettolosa, dove manca l’attenzione per il singolo e la capacità di dare ad ognuno le informazioni necessarie a comprendere i propri diritti e doveri

Dinanzi ai grandi numeri, si innesca ancora una volta il perverso meccanismo dell’assuefazione e dell’indifferenza nei confronti delle tragiche storie di cui ogni migrante è testimone vivente. In questi momenti deve farsi ancora più forte la capacità di non abituarsi al dolore e all’orrore che si nasconde dietro la fuga, che i media troppo spesso tendono a banalizzare

Nell’economia di un sistema di informazione colluso con le politiche internazionali, sono destinate a cadere velocemente nell’oblio anche le morti non facilmente strumentalizzabili. E’ il caso del decesso di una donna diabetica, arrivata cadevere nel porto di Augusta dopo tre giorni passati su un barcone senza cibo nè acqua, se non quella del mare. Il giorno precedente arrivava a Pozzallo il cadavere di un migrante colpito a morte da rapinatori libici mentre viaggiava su un barcone a poche miglia dalle coste africane

Intanto a Catania, dopo uno degli ultimi sbarchi del mese, si riapre il drammatico capitolo della prima accoglienza al PalaSpedini. Ben 266 migranti sono stati fatti alloggiare per una notte e un giorno nel palazzetto completamente privo di ogni requisito strutturale per un’operazione del genere. I migranti sono stati costretti a dormire per terra nell’edificio chiuso per motivi di sicurezza nonostante il caldo insopportabile, senza poter avvisare i parenti del loro arrivo. Una situazione inaccettabile che si ripete a distanza di un anno, in cui le istituzioni hanno manifestato la totale mancanza di volontà di predisporre un’organizzazione degna di questo nome e non disumana, focalizzandosi invece su operazioni di più alta risonanza, come l’apertura della sede di Frontex nella città etnea

 QUANDO LA LOTTA E’ ANCHE PER UNA DEGNA SEPOLTURA
Ad un mese dal naufragio di quasi 800 persone, la società civile si trova ancora a dover reclamare con forza l’operazione di recupero delle salme, promessa con tanta enfasi dal premier Renzi. La celebrazione della giornata mondiale del rifugiato il 20 giugno diventa per le associazioni antirazziste l’occasione per rinnovare l’appello affinchè il recupero avvenga immediatamente, evitando il rischio di costi sempre più elevati, e soprattutto dando ai migranti almeno il diritto alla verità insiema ad una degna sepoltura
Non c’è invece pace nè rispetto nemmeno dopo la morte, per i 17 migranti giunti cadavere al porto di Augusta a fine maggio. Dopo giorni di totale abbandono nella camera mortuaria della città, sono stati infatti sottoposti ad ispezione nei medesimi locali, in una totale indifferenza e irrispettosità delle norme igienico-sanitarie, ma soprattutto della dignità dovuta ad ogni essere umano, anche quando ha cessato di stare al mondo
  
L’EUROPA ALZA I MURI VERSO LA DISPERAZIONE DI CHI FUGGE
La Germania ospita ad inizio giugno il vertice dei G7, chiudendo per una settimana le sue frontiere. Ecco che dal Brennero centinaia di migranti, intenzionati a proseguire oltre confine il loro viaggio, vengono rispediti in treno alla stazione di Milano. Per giorni numerosi gruppi di eritrei, somali e siriani, ma non solo, si trovano costretti a bivaccare sui marciapiedi e sulle banchine anche alla stazione di Roma, in condizioni igieniche precarie, confidando negli aiuti improvvisati delle associazioni locali. A Ventimiglia, sul confine francese, i profughi rimangono diversi giorni asserragliati sugli scogli, cercando di eludere i controlli francesi disposti in modo massiccio alla frontiera

Gli intenti di chiusura e militarizzazione delle frontiere, lasciano un margine di manovra e capacità di business più alto ai piccoli e grandi trafficanti che speculano sulle speranze dei migranti. A Catania, decine di eritrei ed etiopi in fuga verso il Nord, sono sistematicamente sfruttati anche da connazionali che esigono ingenti somme in cambio di qualsiasi informazione. Nell’attesa di poter riprendere il loro cammino, sostano in alcune aree del centro città in condizioni decisamente disumane e degradanti, nonostante l’accoglienza promessa dal sindaco

Il comune di Catania non rifiuta i migranti, come Maroni insegna ed ordina ai comuni del Nord Italia, ma nemmeno manifesta la minima volontà per la creazione di spazi e situazioni favorevoli ad un’accoglienza degna. La denuncia di diversi attivisti catanesi che chiedono ragione al Comune per il palese disinteresse verso la chiusura di numerosi spazi pubblici adibiti all’integrazione, mentre si offre con grande orgoglio una nuova sede a Frontex. E la chiusura immediata del Cara di Mineo, che continua a dare un’accoglienza disumana ai migranti in arrivo

La fortezza Europa si blinda, elaborando sistemi più efficaci di identificazione, controllo e rimpatrio. Il sogno migrante degenera in angoscia e disperazione, per chi rischia la vita e si vede costretto e ritornare. All’interno del CPSA di Pozzallo, tre ragazzi tunisini destinatari di un provvedimento di espulsione si cuciono la bocca con ago e filo, in segno di protesta. Uno di loro, colpito da un malore dopo aver ingerito alcuni oggetti contundenti, viene ricoverato in ospedale, e anche da qui cerca di proseguire al sua fuga, gettandosi dalla finestra della sua stanza. Un incubo senza fine per il giovane che, una volta dimesso, viene condotto in carcere nelle sue precarie condizioni di salute
Si rimane senza parole dinanzi a chi non può che abbandonare ogni speranza dopo l’arrivo. Persone che mettono a repentaglio la propria esistenza per poi rischiare di morire nell’indifferenza del popolo che dovrebbe dare loro accoglienza, o restare per anni in attesa, con tanta frustrazione, rabbia e dolore. Girando per i diversi centri di prima accoglienza, si toccano con mano le conseguenze delle lungaggini burocratiche e dell’improvvisazione; luoghi dove i migranti attendono per anche due anni l’audizione in Commissione e dove non solo i documenti, ma pure le possibilità di integrazione sul territorio, diventano un’utopia


UN’ACCOGLIENZA CHE FA’ RIMA CON ATTESA, SFIDUCIA E MANCANZA DI INTEGRAZIONE
Nel suo lavoro di monitoraggio e difesa dei diritti dei migranti e delle loro condizioni di accoglienza, Borderline Sicilia si deve spesso scontrare con i muri di sospetto e condizioni proibitive imposte dalle istituzioni. E’ la caso della prefettura di Caltanissetta, che oltre alla richiesta di autorizzazione per accedere ai centri della provincia, impone a Borderline Sicilia di avere il consenso informativo per l’intervista da ogni migrante interpellato nel corso delle proprie visite di conoscenza. Nell’intenzione di preservare la privacy dei richiedenti asilo, e convinti dell’impossibilità logistica di poter adempiere a tale obbligo, Borderline Sicilia cerca di conoscere la realtà delle strutture governative  e private, incontrando i migranti che ci vivono negli spazi pubblici che usano frequentare in città
Decisamente migliore è invece la situazione dei migranti alloggiati al Cas Jus Vitae di Santa Flavia, nel palermitano. I nuovi gestori, subentrati ad una cooperativa del Sol Calatino, hanno impostato la loro attività di accoglienza sull’integrazione ed il benessere dei migranti, cercando di risolvere al meglio le problematiche connesse ad un ambiente circostante poco ospitale e agli infiniti tempi di attesa imposti dalla burocrazia. Non è così purtroppo per altri Cas della provincia trapanese, dove oltre ai problemi strutturali gli ospiti trovano spesso nella protesta l’unico mezzo per farsi sentire
Tra le diverse storie dell’accoglienza, ci sono purtroppo anche gravissimi episodi di violenza. A Siracusa, un professore di religione tutore di alcuni minori viene denunciato per abusi commessi su dei ragazzi egiziani. Il suo arresto, effettuato in flagranza di reato dalla squadra mobile locale, è stato possibile grazie alle intercettazioni e alle testimonianze rilasciate da un giovane migrante egiziano da poco trasferito a Roma

NUOVE INDAGINI SULLA GESTIONE DEL CARA DI MINEO, MA I MIGRANTI CONTINUANO AD ESSERVI TRASFERITI
Nuova svolta nelle indagini di Mafia Capitale. Nel mese di giugno scattano 44 arresti e nuove perquisizioni a Catania, Mineo e Piazza Armerina effettuate sulla base delle intercettazioni che cercano di portare allo scoperto il tentacolare sistema di corruzione che ruota attorno alla gestione del Cara di Mineo
Nel frattempo MEDU pubblica il suo rapporto ufficiale sulle condizioni del CARA di MIneo incompatibili con il benessere e la dignità della persona. Isolamento, sovraffollamento, tempi infiniti di attesa e mancato rilascio dei documenti, sono solo alcuni dei fattori riscontrati nei mesi di presenza al centro governativo. Nonostante tutto, ad ogni nuovo sbarco, sono centinaia le persone che continuano ad essere trasferite a Mineo, evidenziando la totale mancanza di responsabilità e di capacità di tutela dei migranti da parte di chi gestisce e continua ad esere connivente con un sistema corrotto


OSSERVATORIO RAZZISMO E XENOFOBIA: LE GRAVI DICHIARAZIONI DI UN DIRIGENTE DELLA POLFER
Sono commenti razzisti e xenofobi quelli postati sul web da Gioacchino Lunetto, dirigente della Polfer catanese. I destinatari degli insulti, che inneggiano pure al fascismo e istigano all’odio razziale, sono i migranti in arrivo  e alcuni poltici italiani
Grande lo sdegno da parte di esponenti istituzionali e associazioni antirazziste, tra cui Borderline Sicilia, che ne chiedono l’immediata rimozione dall’incarico


NEWS ED EVENTI: BORDERLINE SICILIA AL PARLAMENTO EUROPEO IN RICORDO DI ALEXANDER LANGER
Il 3 giugno Borderline Sicilia presenzia al Parlamento Europeo in occasione dell’evento organizzato dal gruppo dei Verdi, in memoria di Alexander Langer, insieme agli amici della Fondazione dedicata a Langer da cui ha ricevuto il premio omonimo per il 2014. La partecipazione al dibattito ha permesso di ribadire l’importanza di contrastare il traffico di esseri umani con gli strumenti adeguati, quali l’apertura di canali umanitari, l’adeguamento del diritto d’asilo comunitario e nazionale. E’ stata inoltre ribadita l’importanza di tutelare l’autodeterminazione di ogni migrante, che sempre più spesso non viene garantita


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