lunedì 16 giugno 2014

Lettera alla redazione da una operatrice del Cara di Caltanissetta

Scusandoci del ritardo, pubblichiamo una lettera pervenuta lo scorso 27 maggio alla redazione di Siciliamigranti da parte di una operatrice del Cara di Caltanissetta in “risposta” alle informazioni contenute nel report “Il cara di Pian del lago: al peggio non c’èmai fine”, nel quale abbiamo denunciato le continue carenze strutturali, la scarsa qualità, se non assenza, dei servizi alla persona e dell’assistenza medica, nonché le gravi tensioni che si respirano all’interno del centro a causa del perenne sovraffollamento.
Ci teniamo a precisare che le persone che compongono la redazione del nostro blog non sono dei giornalisti ma degli osservatori che monitorano la situazione dell’immigrazione in Sicilia e la raccontano dando voce ai protagonisti. La serietà con cui lavoriamo ci impone di cercare conferma  delle notizie che raccogliamo sul campo e, nel possibile, ascoltare i punti di vista di ciascun attore. La denuncia raccolta nel report oggetto di polemica da parte dell’operatrice del Cara proveniva da decine di migranti ospiti del centro che abbiamo intervistato in maniera approfondita e non faziosa. Non commentiamo il contenuto della lettera, lasciando ai nostri lettori la possibilità di valutare la serietà del nostro operato, ma soprattutto la convenienza delle affermazioni fatte con disinvoltura dall’operatrice del Cara , tra l’altro, sulla legittimità di una “punizione” inflitta da un organo amministrativo in risposta a problemi gestionali della struttura di accoglienza.

La Redazione
  

Gentile Redazione, scrivo questa mail perché sono stanca di leggere articoli 
diffamatori sulla gestione del Centro di Accoglienza di Caltanissetta e 
sull'operato dei dipendenti della cooperativa.
Voglio partire da una domanda: un giornalista non dovrebbe, prima di 
pubblicare un articolo, verificare l'attendibilità della fonte, accertarsi 
della veridicità dei fatti raccontati e infine confrontarsi con le parti che 
vengono attaccate??
E' ormai abitudine leggere questi articoli che si fondano solo sulle 
dichiarazioni "di una campana" soltanto. Perché prima di dare per verità 
assolute queste dichiarazioni, non provate, Voi  e tutti i vostri colleghi che 
operano nello stesso modo, a chiedere anche agli "altri".
A chi all'interno di quel Centro ci lavora, ci passa intere giornate, cercando 
di rendere piacevole la permanenza degli immigrati. 
Avete chiesto agli immigrati perché la struttura è carente? perché mancano gli 
specchi? forse no, altrimenti avreste constatato che ci sono dei disagi nella 
struttura a causa delle liti tra immigrati stessi, che volta per volta 
utilizzano letti, porte, sedie e quant'altro per attaccare i propri avversari.
La struttura viene sempre riportata allo stato precedente alle risse, ma a 
volte non c'è nemmeno il tempo materiale per ripristinare tutto al meglio, 
perché si ripresentano altri casi di risse. Si è cercato di rendere più sicura 
la struttura, utilizzando materiali che non potessero essere usati come armi 
(es. gli specchi, dopo essere stati divelti, sono stati sostituiti con specchi 
in plexiglass, ma questo non è bastato a non farli rompere nuovamente), ma 
questo non è sufficiente.
Non è affatto vero che non vengono prenotate visite specialistiche. Sono gli 
stessi medici del Centro che, rilevando la presenza di casi che necessitano il 
consulto di uno specialista, predispongono la prenotazione dello stesso. Avete 
nominato gli accadimenti di qualche settimana fa, successivamente  parecchi 
immigrati sono stati ricoverati nelle strutture ospedaliere, e qualcuno è stato 
anche portato a Palermo o Catania per effettuare visite più approfondite. 
Non è la scarsa qualità del servizio mensa ad obbligare gli immigrati a 
cucinare con i fornelli elettrici, sono le loro consuetudini e abitudini 
alimentari a portarli a fare ciò, nonostante vengano cucinati piatti ad hoc a 
chiunque abbia intolleranze alimentari, o sia vegetariano, o vegano o abbia 
problemi nella digestione. 
Avete detto che le audizioni sono state "indebitamente" sospese per una 
settimana, a seguito degli scontri. Ma se anche fosse, una qualche forma di 
"punizione", se così possiamo chiamarla, per i fatti accaduti doveva pur 
applicarsi? Non mi pare sia un atto così lesivo. Non si può far credere di 
poter fare tutto senza conseguenze. Provate a pensare al danno economico, e 
forse riterrete anche voi che una settimana di sospensione di colloqui non sia 
poi niente a confronto.
Infine vorrei correggervi anche in un altro punto. Vi siete permessi di 
asserire che all'interno del Centro lavorano persone che non hanno i requisiti 
necessari per fare questo tipo di lavoro. Come vi permettete?? Gli operatori 
parlano almeno una lingua straniera, alcuni anche due, molti hanno le 
qualifiche Oss e Osa, il meno anziano, lavorativamente parlando, ha almeno 5 
anni di esperienza all'interno del Cara. Come potete dire voi che mancano dei 
requisiti fondamentali? avete fatto dei colloqui con ognuno di loro?
Da perfetta ignorante in materia di giornalismo, mi permetto di darvi un 
consiglio: prima di lanciare accuse contro qualcuno, accertatevi che quello che 
dite sia la pura verità, provate a girare la medaglia e a vedere cosa, e 
soprattutto chi, ci sta dietro ad ogni accusa...altrimenti si tratta solo di 
diffamazione gratuita!
Vi ringrazio per la Vostra attenzione
Cordiali saluti Farrugio Stefania”