giovedì 17 aprile 2014

L’ambigua natura del PalaNebiolo: tra centro di smistamento e centro di accoglienza straordinario

A dispetto delle continue dichiarazione di chiusura imminente, l’impiego del PalaNebiolo è tornato a pieno ritmo.  
Successivamente all’arrivo dei 360 migranti, giunti a Messina direttamente sul mercantile che li ha soccorsi, per far fronte all’emergenza era stata riaperta la palestra del campo sportivo, chiusa diversi mesi fa a causa della sua totale inadeguatezza ad ospitare persone.

Le istituzioni avevano parlato di una permanenza provvisoria ma al momento i richiedenti asilo, sbarcati lo scorso 10 aprile, si trovano ancora tutti lì. Anzi, sarebbe più giusto dire quasi tutti, poiché mancano all’appello i 130 migranti che si sono allontanati poco dopo il loro arrivo.
Alcuni si trovano invece ancora in ospedale dal giorno del loro trasbordo in Sicilia, a causa delle gravi condizioni di salute in cui versavano,  mentre  17 minori sono stati trasferiti in adeguati centri di accoglienza.
 Intanto 170 richiedenti asilo che erano nella tendopoli del PalaNebiolo da diverse settimane sono stati finalmente trasferiti in centri di accoglienza in diverse zone dell’Italia.
I numeri farebbero pensare ad una riduzione dell’impiego del PalaNebiolo, se non fosse che, a quanto pare, ieri sarebbero state collocate tra palestra e tendopoli altre 100 persone, trasferite da un altro porto di arrivo. Questo farebbe presumere che i migranti giunti in altri porti vengano trasferiti al PalaNebiolo, il quale in teoria dovrebbe essere utilizzato come centro di smistamento, ma che, se impiegato in questo modo, starebbe funzionando di fatto come centro di accoglienza straordinaria.
Intanto, per identificare nuove strutture per l’accoglienza, la prefettura di Messina ha pubblicato un bando “flash” che scade il 18 aprile, la quale “ in ragione dell’emergenza di necessità e urgenza venutasi a creare a seguito del recente sbarco al porto di Messina di numerosi migranti, intende espletare un’indagine conoscitiva fra gli enti pubblici nonché nell’ambito del privato sociale per l’individuazione di strutture idonee ad accogliere cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, in attesa di inserimento nei centri governativi ovvero nel circuito SPRAR.”
Il risultato dei tempi di trasferimento dei richiedenti asilo attualmente accolti dipenderebbe dunque dall’esito del bando; infatti,  se non si trovassero  strutture disponibili in loco, allora finalmente dovrebbero essere disposti  i trasferimenti  degli ospiti del PalaNebiolo nei centri di accoglienza del resto d’Italia.
Ecco come il PalaNebiolo rimane il punto di riferimento dell’accoglienza a Messina, nonostante lo stesso  sindaco abbia ribadito l’inadeguatezza della struttura.  D’altra parte anche la soluzione proposta dal primo cittadino, ovvero quella di un centro di accoglienza nell’ex caserma Bisconte, risulta poco allettante nell’ottica di una vera accoglienza che garantisca ai migranti i diritti di autodeterminazione e integrazione.
Giovanna Vaccaro
Redazione Borderline Sicilia