lunedì 7 ottobre 2013

Strage di Lampedusa: i superstiti raccontano la dinamica dell’incendio. Le famiglie all’estero ricercano i parenti fra le vittime

Nonostante le condizioni climatiche restino ancora precarie, sono riprese da ieri le attività di recupero dei cadaveri. Altri 74 i corpi ritrovati dopo l’inabissamento del barcone contenente 518 migranti a largo della Tabaccara e che ha cagionato la morte di 195 persone. I dispersi sarebbero ancora 168.Secondo le  testimonianze recenti di alcuni migranti, l’incendio sarebbe stato causato dell’avventata decisione di riaccendere il motore per riavvicinare alla costa il natante in balia della corrente.
Temendo di riallontanarsi troppo da Lampedusa sospinti verso il largo dalle onde, mentre attendevano i soccorsi delle forze preposte avvisate telefonicamente, pare che alcuni migranti abbiano invitato insistentemente il conducente a riaccendere il motore, benché quest’ultimo si opponesse. Infatti, il conducente avrebbe raccomandato che, una volta spento, il motore restasse a riposo almeno un paio di ore perché una sua improvvisa riaccensione in fase di depotenziamento poteva provocare complicazioni difficili da controllare. Cosa che si è poi verificata secondo quanto testimoniato proprio oggi. Nel tentativo di fuggire dalle fiamme, il peso delle persone si sarebbe poi concentrato su unico lato del barcone causandone il rovesciamento e il conseguente naufragio. In esso, a quanto pare, non erano presenti solo Eritrei, ma anche alcuni Etiopi e Sudanesi, di cui 4 sopravvissuti e attualmente ospiti del CSPA. Al centro ieri era presente in visita la Ministra per l’integrazione Cécile Kyengue, nota a molti dei migranti stessi, come confermato da alcuni di essi, per essere una delle prime donne di origine africane a ricoprire un ruolo di così alto rilievo in un paese occidentale. Dure le sue parole contro le norme sull’immigrazione e il reato di clandestinità perché, sostiene la Ministra, non è possibile che chi scappa da guerre sia indagato per  il fatto di essere scappato clandestinamente. Atteso per mercoledì mattina il Presidente della Commissione Europea José Manuel Durão Barroso. Sono stati invece momentaneamente sospesi i trasferimenti via mare degli ospiti del centro, che dovrebbero tuttavia riprendere nella giornata di oggi. Intanto si lavora anche per mettere in contatto i superstiti con le relative famiglie residenti in Europa. Borderline Sicilia è in contatto con alcuni operatori del centro per rintracciare i migranti segnalati dalle comunità eritree in Europa.


La Redazione di Borderline Sicilia Onlus