giovedì 31 ottobre 2013

Sbarco fantasma a Lampedusa, dove si susseguono le iniziative per non dimenticare le stragi in mare

Notte movimentata a Lampedusa, dove alle prime ore di oggi, 31 ottobre, ha avuto luogo presso il molo commerciale dell’isola uno sbarco di 170 eritrei in circostanze anomale. Dopo l’avvistamento di un barcone a sud di Lampedusa, i cui migranti a bordo sono stati poi trasbordati in una nave militare diretta in Sicilia, sembrava che la notte trascorresse senza ulteriori segnalazioni. Ma intorno alle 3 di notte circa, è stata data l’allerta per la presenza di circa 116 migranti presso il molo Commerciale dell’isola, giunti già sulla terraferma senza che dell’imbarcazione vi fosse più traccia. Sembrerebbe che siano stati alcuni giornalisti ad avvistarli per primi e, una volta giunti anche le forze dell’ordine e i medici del Poliambulatorio, sarebbero stati anche trovati gli altri migranti, una cinquantina circa dileguatisi per le strade dell’isola. Il viaggio, durato due giorni secondo le testimonianze dei migranti stessi, si è svolto in condizioni non critiche visto che, a parte qualche caso di sospetta bronchite, per nessuno dei migranti è stato necessario il trasferimento in Poliambulatorio. Una decina i bambini e una trentina le donne, di cui una riferisce di essere caduta sbarcando dal natante “fantasma”.

Nel frattempo, nei precedenti giorni di tregua, diverse iniziative sono state organizzate e avviate sull’isola, grazie alla collaborazione tra il comune e le organizzazioni umanitarie presenti a Lampedusa. L’altro ieri ha avuto luogo un incontro tra gli psicologi volontari dell’ordine di Malta e la comunità lampedusana, durante il quale sono emerse voci contrastanti circa i sentimenti che animano la collettività locale di fronte al fenomeno dell’emergenza immigrazione. L’incontro è stato infatti anche un pretesto per dare voce alla percezione che i Lampedusani hanno nei confronti del fenomeno migratorio. Qualche cittadino ha dato sfogo a una certa stanchezza per la continua esposizione dell’isola agli arrivi di migranti che, afferma una signora, “invadono i nostri spazi”, rispondendo con rabbia ad altre testimonianze da lei tacciate di “buonismo”. Il Comune ha inoltre concesso agli psicologi del CISOM uno spazio all’interno dell’edificio dell’Area Marina Protetta, per fornire ai cittadini consulenze psicologiche gratuite su richiesta. Tuttavia, nonostante la collaborazione gratuita offerta da alcune associazioni, le lamentele investono diversi ambiti della vita della comunità, stanca dei disservizi che danneggiano l’isola.

“Vogliamo vivere in pace” è il titolo di un rapporto stilato dall’associazione locale “Askavusa”, una sorta di appello in cui si denunciano i disagi che stravolgono la vita degli isolani e cui non si è mai dato una risposta concreta nonostante i tanti proclami pronunciati nel corso di una lunga storia che, sottolinea il rapporto, qui a Lampedusa si ripete in forme analoghe. Il rapporto denuncia anche le condizioni in cui vengono ospitati i migranti presso il CSPA di contrada Imbriacola, sebbene anche su questo aspetto non siano stati risparmiati gli annunci da parte delle tante autorità che negli anni hanno visitato il centro. Basandosi su alcune testimonianze dei migranti stessi, il rapporto sottolinea in particolare le scarse condizioni igieniche dei bagni, la scarsa qualità dei vestiti forniti e dei pasti serviti agli ospiti.

Il Centro di accoglienza sarebbe destinato a lavori di ristrutturazione, per l’avvio dei quali sarebbero giunti in visita alcuni ingegneri. Una riconversione delle aree inagibili è del resto auspicabile, dal momento che il numero degli ospiti, ad oggi circa 770, rimane ben oltre i posti effettivamente disponibili.

Nonostante la tregua degli ultimi giorni, infatti, le procedure di trasferimento proseguono al rilento, in particolare per le difficoltà nelle identificazioni a causa delle quali si prediligono i trasferimenti via mare. Trasferiti due giorni fa, con lla nave per Porto Empedocle, una settantina di migranti di diverse nazionalità, tra cui una ventina circa di minori non accompagnati.

Intanto il programma di affido temporaneo dei minori a Lampedusa, in collaborazione con l’associazione Ai.Bi., è di fatto pronto, grazie anche alla disponibilità della Prefettura di Agrigento nel concedere a minori non accompagnati e a madri con bimbi la possibilità di alloggiare presso le famiglie dell’isola subito dopo le operazioni di identificazione al centro di prima accoglienza. Il programma di affido temporaneo dovrebbe consentire di alleggerire il sovraffollamento al centro e di sperimentare forme di integrazione da poter esportare altrove. Del resto anche le prefetture siciliane starebbero già concedendo ai privati la possibilità di convertire le proprie strutture in centri di accoglienza e casa famiglia temporanei, per far fronte alla saturazione dei centri esistenti in seguito ai continui arrivi.

Proseguono le operazioni di perlustrazione, trasbordo e trasferimento dei migranti verso i porti siciliani, operazioni che hanno interessato anche alcuni barconi avvistati nelle ultime 48 ore a largo di Lampedusa ma condotti direttamente in Sicilia dalle navi della Marina militare impegnate nell’operazione “Mare Nostrum”. Dalla nave militare Maestrale, diretta verso il porto di Catania con a bordo alcuni profughi del Corno d’Africa salvati a largo delle coste libiche, sono state trasferite ieri a Lampedusa in elisoccorso due giovani donne somale, una delle quali racconta di aver subito percosse e maltrattamenti in Libia durante la detenzione in prigione.

Intanto la comunità lampedusana si prepara a dar vita ad alcune iniziative per commemorare le vittime delle recenti tragedie, come la celebrazione di una “Giornata della Memoria”, domenica 3 novembre, quando, su iniziativa di Legambiente in collaborazione con il Comune e l’associazione Alternativa Giovani, verranno piantumati 366 alberi in memoria degli eritrei morti il 3 ottobre scorso. E’ nato inoltre un comitato per l’istituzione di una “Giornata Nazionale della Memoria e dell’Accoglienza” da celebrare il 3 ottobre di ogni anno in ricordo di tutti i migranti morti in mare nel tentativo di fuggire da guerre, violenze e povertà. L’iniziativa, che ha anche l’intento di onorare tutti i soccorritori impegnati quotidianamente nel salvare vite umane, ha ricevuto in poche ore centinaia di adesioni ed è già stata presentata al parlamento per promuoverne l’istituzione ufficiale. Molti dei superstiti di quella stessa tragedia intanto continuano a restare sull’isola da cui non verrebbero trasferiti in quanto indagati per reato di clandestinità. Contro tale paradosso, i migranti avrebbero già organizzato digiuni di protesta all’interno del centro, e hanno costituito un vero e proprio “Comitato” formato dai superstiti più istruiti, che si fanno portavoce delle esigenze e diritti di tutta la loro piccola “comunità”. Della loro situazione si stanno prendendo cura la comunità parrocchiale e la Caritas di Agrigento, che ha inviato sull’isola scatoloni pieni di indumenti, scarpe, saponi e carte telefoniche, da distribuire, nella misura del possibile, a tutti i migranti presenti sull’isola.

A Lampedusa si organizzano altre iniziative più o meno autentiche di integrazione e interculturalità. Mediaset ha organizzato per oggi alle 19 una partita di calcio amichevole tra Italiani e migranti, in presenza però delle telecamere per le dirette televisive. Più genuino invece il progetto educativo “Il viaggio della vita” promosso dalla Fondazione Migrantes, presente a Lampedusa per selezionare e formare un gruppo di giovani animatori interculturali presso l’Istituto scolastico Comprensivo Luigi Pirandello. Tra i prossimi eventi sull’isola, è prevista per oggi, 31 ottobre, la visita del Presidente del Comitato regionale Sicilia della Croce Rossa Italiana, Rosario Velastro, che terrà un primo incontro per la formazione di un corpo di giovani volontari lampedusani. Per oggi è atteso anche il Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, Vincenzo Spadafora. Ma a percorrere le strade dell’isola non sono solo le autorità; ogni giorno tanti  migranti passeggiano per via Roma, consumano nei bar, guardano le partite, chiedono con discrezione informazioni o piccoli favori, animando il paesaggio di questa terra di confine, in cui si alternano voci di insofferenza e immagini di pacifica interazione.


La Redazione di Borderline Sicilia Onlus