attività; le condizioni meteo non consentono il proseguo delle operazioni. Le altre salme già rinvenute (111) sono riposte una accanto all’alta in un hangar dell’aeroporto. Il resto dei corpi è ancora dentro la stiva dell’imbarcazione andata a picco. Pare vi siano ancora molte donne che mancano all’appello. Invitate a sistemarsi nella stiva, sono rimaste in trappola proprio in quello che doveva essere il posto più sicuro durante la traversata.
I sopravvissuti alla strage dello scorso 3 ottobre sarebbero 155, tutti eritrei. Quanto alle dinamiche dell’evento, i superstiti parlano dello scoppio di un incendio (di cui non si conosce con chiarezza l’origine) nella barca che ha portato ad uno sbilanciamento della stessa, probabilmente per l’agitazione e il panico collettivi, e al suo capovolgimento, riversando in mare una gran quantità di carburante ingerito da molti superstiti mentre cercavano di trarsi in salvo nuotando.
L’isola è invasa da giornalisti ed autorità istituzionali. Al CSPA sono oltre mille le presenze, ma in queste ore proseguono i trasferimenti. Circa un centinaio sono stati imbarcati ieri mattina e condotti da Porto Empedocle presso il CSPA di Pozzallo, mentre altre cento persone sono state trasferite in aereo oggi.


Finita la messa si è svolta una fiaccolata; un fiume di persone ha percorso via Roma in silenzio. Presenti tra la gente anche alcuni migranti. In via Roma, all’altezza di piazza Libertà, su alcuni lenzuoli appesi è comparso scritto: “un’isola piena di dolore che porta il peso dell’indifferenza del mondo”.
La Redazione di Borderline Sicilia Onlus