Mercoledì scorso, 24 ottobre, altro blocco stradale di fronte al Centro di Pian del Lago.
E’ il turno delle donne: circa una quindicina, tutte di origine somala, che
protestano contro i tempi lunghi della Commissione territoriale per il
riconoscimento della protezione internazionale. Attendono dallo scorso maggio e
non vogliono più aspettare oltre.
Due di loro sono in stato interessante, una delle quali è visibilmente
nella fase finale della gestazione. Alcune di loro nello spiegare le ragioni
della protesta agli operatori di Auxilium (attuale ente gestore di Pian del
Lago), usciti fuori dal centro nel tentativo di mediare, lamentavano anche la
mancanza di un'assistenza medica adeguata per le donne gravide. A quanto pare, Auxilium avrebbe ridotto l’orario
della presenza del medico a poche ore giornaliere, rispetto all'assistenza
continuata nelle 24 ore garantita da Albatros (ex ente gestore), all’interno di
una struttura che ospita quasi 500 persone.
Un motivo ulteriore della protesta sembrerebbe il fatto che qualcuno arrivato
al centro dopo di queste donne, abbia già ottenuto l'audizione in Commissione
territoriale. Questa circostanza solitamente si verifica a causa di un problema di
disponibilità degli interpreti, ma crea la percezione negli ospiti che chiunque
possa ingiustificatamente avere una precedenza nelle audizioni, generando fra i
richiedenti asilo importanti tensioni.
Fuori dal centro abbiamo parlato con diversi funzionari dell'Ufficio
Immigrazione della Questura, i quali ci hanno riferito che, con la riapertura
della sotto Commissione di Caltanissetta all’inizio del mese, confidano di
riuscire ad esaminare, entro la fine di gennaio, le domande di tutti gli ospiti
presenti attualmente nel centro. La Commissione straordinaria di Pian del Lago
si riunisce 4 giorni a settimana per un totale di circa 10 audizione alla
volta.
Gli stessi hanno informato le donne in protesta che solo le due in stato
interessante andranno in Commissione entro il 15 novembre prossimo. Le altre
dovranno aspettare il proprio turno poiché, dar loro la precedenza su altre
persone che attendono da tempo, creerebbe forti tensioni all'interno del centro.
La Redazione di Borderline Sicilia Onlus