All’esterno dei loculi in cui sono state
collocate le salme delle vittime della tragedia del 3 ottobre scorso, si
leggono incisi nella calce ancora fresca, i numeri che sono stati loro
associati…unico segno di identificazione: LAMPEDUSA.
Le prime due bare sono arrivate al cimitero di
Caltanissetta lo scorso 15 ottobre. Ad attenderle, diverse persone giunte per
accompagnare la tumulazione di queste salme, con un preghiera, un pensiero.
Ma le bare erano troppo grandi per i loculi a
cui erano destinati; così non si è potuto procedere alla loro tumulazione.
Quindi, i messi del cimitero hanno provveduto a saldarle, poiché ne fuoriusciva
tutto il tanfo dell’ ingiusta morte di cui è impregnata questa tragedia, e le
hanno disposte nella camera ardente.
Il giorno dopo, ancora più persone hanno
raggiunto il cimitero per accogliere le successive 8 bare e partecipare al momento
della tumulazione, perché questa non avvenisse nella totale solitudine e
indifferenza. Però, a causa dello stesso problema logistico del giorno prima,
nell’attesa di capire dove potessero essere collocate, anche queste bare sono
state solo sigillate e poi messe nella camera ardente insieme alle altre due,
giunte il giorno prima.
Nessun addetto del cimitero ha saputo dare
notizia di quando si sarebbe finalmente proceduto alla loro tumulazione.
Per il 17 ottobre, cittadini nisseni e
stranieri avevano organizzato un rito funebre con celebrazione nelle diverse
confessioni religiose, invitando un prete cattolico, un prete ortodosso e un
imam. Ma quando, si sono recati al cimitero, hanno scoperto che le bare erano
già state disposte nei loculi…senza che l’amministrazione avesse provveduto a
darne notizia ufficiale!
E’ accaduto quello che si voleva evitare: la
tumulazione è avvenuta nella solitudine e nell’ assenza anche di tutte quelle
persone che, consapevoli di quanto questa tragedia appartenga a tutti noi,
avrebbero voluto essere lì anche in nome dei genitori, fratelli e amici che
ancora non sanno neppure dove si trova il corpo del proprio caro.
Si è potuto, a quel punto, solo recitare una
preghiera islamica, una cattolica e una ortodossa per dare loro l’ultimo
saluto… nella sincera commozione per queste vite cadute tragicamente in mare
durante il disperato viaggio verso la speranza.
Redazione Borderline Sicilia Onlus