giovedì 11 agosto 2011

Lampedusa - oltre la Repubblica

Martedì 2 agosto: Durante la serata sbarcano più o meno 300 migranti provenienti dalla Libia, di cui secondo LaRepubblica  50 donne e 4 bambini.
Mercoledì 3: Pressoché 70 tunisini vengono trasferiti, in aereo, verso alcuni CIE. Non sono in grado di riportare con certezza tutte le differenti destinazioni, tra cui Roma, Torino, Trapani.
In giornata si verificano altri 2 sbarchi per un totale di circa 300 persone. Pare che il numero complessivo d’immigrati presenti sull'isola si aggiri intorno ai 1200.

Giovedì 4: Vengono imbarcate sulla Moby, imbarcazione fornita regolarmente dall’impresa privata, più o meno 900 persone, quasi tutte di origine subsahariana, per essere trasferite in varie località italiane tramite un lungo viaggio che durerà alcuni giorni, tendenzialmente seguendo il circuito Cagliari, Genova, Civitavecchia e ritorno in Sicilia. Sostanzialmente vengono svuotati i due centri ad eccezione di alcuni maghrebini, sia adulti che minori; in particolare pare che alcuni minori siano trattenuti nel centro da almeno metà luglio, nonostante lo stesso testo del capitolato d’appalto preveda che nei CSPA gl’immigrati vengano trattenuti indicativamente per 24/48 ore. In serata arrivano più o meno 300 superstiti dell’imbarcazione rimasta ferma per due giorni a 90 miglia da Lampedusa, i passeggeri raccontano della morte per fame e per sete di almeno 100 persone, i cui cadaveri sarebbero stati buttati in mare, sono tutti in cattive condizioni, disidratati e con problemi alle gambe, alcuni casi più gravi vengono ricoverati all’ambulatorio di Lampedusa e poi trasferiti in ospedale a Palermo. Pare che sia stata richiesta l’apertura di un’indagine, relativamente al rifiuto di portare soccorsi alla barca in avaria da parte di una nave della NATO già presente in acque libiche.

Venerdì 5: Passa rapidamente Bersani a buttare un occhio al centro svuotato e pulito (appositamente?)  il giorno precedente…si tratta ad ogni modo di una visita superficiale e di portata irrilevante a livello di politica sia nazionale che locale.

Sabato 6: All’alba arriva una barca che pare abbia percorso rapidamente la traversata per cui le testimonianze raccolte descrivono passeggeri apparentemente giunti in buona salute.

Lunedì 8: Vengono imbarcati più o meno 400 subsahariani, quasi tutti i reduci dell’ultimo drammatico sbarco. Questa volta è la Grimaldi Lines a trasferire i migranti in Puglia, a Manduria; compagnia privata che insieme alla Moby sottrae dalle casse pubbliche indicativamente dai 140 mila euro in su per ogni viaggio intrapreso (in questi ultimi mesi avvenuti almeno 2 volte a settimana). Restano a terra pressoché  700 migranti, molti d’origine nordafricana e soprattutto minori.

Giovedì 11: Indicativamente una trentina di minori vengono imbarcati nell’aliscafo che conduce regolarmente i turisti da Lampedusa a Porto Empedocle. Parlando con alcune amiche che casualmente si trovano sullo stesso mezzo di trasporto vengo a scoprire che i ragazzi vengono trattenuti in un locale separato dagli altri turisti e presidiato dalle forze dell’ordine…

Al di là dei numeri, quel che vale la pena sottolineare è come in questo periodo stiano arrivando sulle coste lampedusane soprattutto giovani subsahariani, provenienti dalla Libia, fuggiti dalla guerra, non so se tra di essi vi sia anche qualcuno obbligato coattamente a partire, in ogni caso moltissimi minori non accompagnati, poche donne ed alcune famiglie. Anche i tunisini continuano ad arrivare, anche se in numero molto inferiore, nonostante il pattugliamento delle coste tunisine e l’attuazione dei rimpatri.
C’è una netta differenza nella gestione dei trasferimenti dall’isola: i subsahariani vengono portati regolarmente, a giorni alterni, in altre località italiane per essere accolti ed inseriti in case famiglie se minori soli o nei CARA per seguire le varie tappe del sistema di protezione per richiedenti asilo; i nordafricani e più specificamente i tunisini vengono invece portati nei CIE per poi essere rimpatriati o rilasciati sostanzialmente come clandestini dopo aver passato mesi (ormai fino ad un massimo di 18 mesi!) tra mura, filo spinato, umiliazioni e violazioni. I migranti vengono trattenuti illegittimamente nei due centri, 24 ore su 24, circondati da vari strati di filo spinato e di camionette, per un periodo sistematicamente superiore alle 48 ore. Così non dovrebbe essere visto che trattandosi di CPSA formalmente i migranti dovrebbero ripartire rapidamente ed essere liberi di entrare ed uscire dalle due sedi. Nella testa conservo le immagini indelebili, rubate attraverso gli strati di rete metallica, di ragazzini seduti in gruppetto, di giovani uomini in piedi da soli e con le braccia conserte sul petto, abbandonati all’immobilismo di una detenzione ingiustificata ed incomprensibile, di un assistenzialismo paternalista e vegetativo. Mi sono sentita un’impotente testimone di malcelati lager moderni…ripenso alle lezioni di storia dietro ai banchi di scuola, alle testimonianze di una disumanità umana e mi torna in mente sempre la stessa domanda…ma come è stato possibile che succedesse davvero?...adesso purtroppo comincio a capirlo davvero…

Imbarchi e baracconi...sacchetti blu come valigie di cartone:
La prima volta che sono andata al molo di cala pisana a vedere gl’imbarchi sono riuscita a dare un significato al progetto di monitoraggio. Gli ho visti passare, giovani e giovanissimi, con facce vere, procedere nell’imbarco con in mano  sacchetti tutti uguali di plastica azzurra e quando qualcuno sorridente salutava dai pullman i turisti ed i giornalisti curiosi appollaiati sulle rocce mi sono chiesta quanto fosse labile il confine tra un sincero gesto di accoglienza ed un’imbarazzata menzogna: dopo le traversate del deserto, la fuga dalle guerre e dalla povertà, le notti in balia del mare, i giorni passati a lottare per la sopravvivenza o per realizzare un sogno di libertà, la vera meta finale deve essere sembrata vicina, la terra, l’Europa…ed io che li guardo e rispondo incerta ai saluti pensando ai gironi successivi, ai CARA, ai CIE, ai limiti concreti dell’asilo…non riesco a mentire fino in fondo, ma non riesco a guardarli senza rispondere ai loro sforzi ed ai loro sogni almeno accennando un imbarazzato sorriso. Comincio a sentirmi sempre di più parte di uno spettacolo perverso e quando mi ritrovo ad osservarli durante l’imbarco, durante lo sbarco, durante i trasferimenti in pullman e mi vedo circondata di telecamere, macchine fotografiche, occhi ed orecchi pronti a carpire un’informazione in più, obiettivi orientati alla ricerca dello scoop, progetti documentaristici pressoché tutti uguali…mi pare di essere allo zoo, dove ciò che conta non è la storia di persone vere, bensì l’immagine rubata che ogni spettatore riesce a collezionare per realizzare il proprio progetto, per fare il proprio lavoro o semplicemente per poter dire “c’ero anch’io e li ho visti”. Sento sempre meno la voglia di esserci eppure non riesco a smettere di correre a cercarli, di sapere…vado in ambulatorio a cercare informazioni e continuo ad incontrare occhi sbarrati in mondi parelleli di memorie e vissuti inimmaginabili, distanti dal circostante disordine di piccoli gesti solidali, di scortesie ed incompetenze, di interessi vari e sospetti reciproci. Talvolta mi sento sovrastata dalla sensazione che in fondo la sorte dei migranti sia un perno microscopico intorno ai quali ruota un reticolato infinito ed intricato d’interessi politici ed economici…

Anna Garrapa, Brigate della Solidarietà Attiva