Ieri mi sono recato a Mineo (con Sonia Giardina e Gabriele Del Grande) per verificare se la Commissione si fosse fatta vedere; in seguito alla formidabile manifestazione di martedì scorso nella quale oltre 200 richiedenti asilo sono riusciti a bloccare per 3 ore la statale Catania-Gela, l’impegno scaturito a conclusione della mobilitazione di far insediare la tanto attesa Commissione è stato mantenuto (sarà una sub commissione ad hoc per Mineo), addirittura con un giorno d’anticipo.
Molti dei richiedenti asilo avrebbero dovuto aspettare solo pochi giorni per l’incontro con la commissione esaminatrice nei vari Cara invece a fine marzo a centinaia sono stati deportati a Mineo per ricominciare da capo la snervante attesa; vi sono poi i richiedenti asilo, arrivati a Lampedusa in fuga dalla guerra in Libia. Le difficoltà di relazione fra le varie nazionalità e con il territorio circostante sono notevoli e pensiamo che anziché contribuire a superarle l’ente gestore le alimenti o se ne lavi le mani. Non ci vuole molto a permettere ai richiedenti asilo di cucinare in casa ( nelle villette c’è pure il barbecue esterno) o a fornire schede telefoniche e servizi internet. In troppi blaterano di “bomba ad orologeria” per giustificare il Pon sicurezza; visto il mega business potenti consorzi di cooperative sociali si stanno facendo sotto per spartirsi il resto degli appalti, rinunciando a criticare a monte la scellerata decisione di aprire un Cara nel residence degli aranci. Noi, contrariamente a chi ha cessato l’ostilità a questo dispendioso, clientelare e disumano esperimento, abbiamo sempre proposto che con costi più che dimezzati si sarebbe potuta fare reale accoglienza all’interno dei paesidel calatino con i progetti SPRAR (Servizio di Protezione dei Richiedenti Asilo e dei Rifugiati), come ha dimostrato il sindaco di Riace nel convegno a Mineo del 19 marzo scorso. Ieri sono entrati per un’ispezione 2 parlamentari del PD (Giovanni Burtone e Marilena Samperi). Stiamo programmando una presenza almeno settimanale di un nostro avvocato e di alcuni medici della Lila (Lega Antiaids), per garantire di fronte al villaggio uno sportello legale e sanitario.
Alfonso Di Stefano – Rete Antirazzista Catanese