- La caccia ai “presunti scafisti” e l’indegna accoglienza nei porti siciliani
- Minori ai margini, tra privazioni materiali e diritti negati
- La strage infinita a un passo dalla Fortezza Europa
- Deportazioni, sgomberi e abbandono: strade senza uscita per chi è in cerca di speranza
- News: Caltanissetta, dopo lo sgombero, torna la baraccopoli. In capanne senza acqua, le storie dei richiedenti asilo; Migranti, via libera al decreto Minniti-Orlando: ecco i punti critici
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LA CACCIA AI “PRESUNTI SCAFISTI” E l’INDEGNA ACCOGLIENZA NEI PORTI SICILIANI
Il 25 febbraio la nave di Frontex Siem Pilot approda a Palermo, con 995 persone a bordo. La testimonianza di una volontaria ci restituisce un quadro agghiacciante, in cui i migranti, ancora una volta, sono vittime di abusi e trattamenti disumani, dopo aver attraversato l’inferno della Libia. Il copione è identico a quello di molti altri sbarchi sulle coste dell'isola: a Palermo, come a Pozzallo, le operazioni di indagine dirette alla individuazione di testimoni e di "presunti scafisti" sono considerate prioritarie rispetto alle attività di assistenza e di soccorso a favore di uomini, donne e bambini stremati dal lungo viaggio attraverso il Mediterraneo.
MINORI AI MARGINI, TRA PRIVAZIONI MATERIALI E DIRITTI NEGATI
La Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, in visita ai centri per minori di Catania e Noto, ha definito idonee tali strutture, pur evidenziando alcune criticità come la mancanza di integrazione e la carenza di posti. Ben più profonde e gravi sono, però, le inefficienze che emergono dal rapporto “Grandi speranze alla deriva”, elaborato da Oxfam nell’ambito del Progetto OpenEurope, in collaborazione con Borderline Sicilia e con la Diaconia Valdese. I tempi lunghi di permanenza nei centri di prima accoglienza, l’isolamento dai centri cittadini, l’assenza di cure, di servizi di base e di tutela, il sovraffollamento, la mancanza di interpreti e di progetti di inclusione inducono i giovani migranti a fuggire dai centri, correndo il rischio di diventare invisibili e di incappare nelle maglie dello sfruttamento o della criminalità.
Anche per chi ha appena raggiunto la maggiore età il futuro è incerto e segnato da prassi illegittime. Molti neomaggiorenni rimasti per mesi, o anni, nei centri di prima accoglienza o nelle comunità per minori, sono stati trasferiti in massa, e con poche ore di preavviso, nel luogo simbolo della mala accoglienza siciliana per grandi numeri: il Cara di Mineo.
LA STRAGE INFINITA A UN PASSO DALLA FORTEZZA EUROPA
Non si arrestano le notizie di naufragi al largo delle coste libiche. In mare si continua a morire, a causa della mancanza di un accesso legale e sicuro per le persone in fuga dalle guerre e dalla miseria. Intanto si stringono accordi con la Libia, nel tentativo di bloccare i flussi di migranti verso l‘Europa, e si criminalizzano le Ong impegnate nelle operazioni di salvataggio in mare di vite umane.
E mentre il mare continua a restituire morti - come è accaduto sulle spiagge della Libia, dove sono stati trovati 160 corpi - riceviamo la lettera di una madre, che ci chiede notizie del figlio morto nella strage del 16 gennaio parlando di lui già al passato ed esprimendo il desiderio di potergli dare una degna sepoltura.
DEPORTAZIONI, SGOMBERI E ABBANDONO: STRADE SENZA USCITA PER CHI E’ IN CERCA DI SPERANZA
Le conseguenze della più stretta collaborazione avviata dall’Italia con Frontex non tardano a farsi sentire: trenta nigeriani arrivati a Lampedusa sono stati caricati su un aereo diretto a Roma Fiumicino per poi salire su un aereo di Frontex proveniente dalla Germania ed essere rimpatriati.
A Catania, la polizia municipale ha sgomberato l’Ex Palazzo delle Poste, dove vivevano diversi migranti e richiedenti asilo, tra cui nigeriani e gambiani che, dopo essere stati rilasciati, si sono ritrovati per strada.
NEWS: CALTANISSETTA, DOPO LO SGOMBERO TORNA LA BARACCOPOLI. IN CAPANNE SENZA ACQUA, LE STORIE DEI RICHIEDENTI ASILO; MIGRANTI, VIA LIBERA AL DECRETO MINNITI-ORLANDO: ECCO I PUNTI CRITICI
Dovevano essere ricollocati in strutture d'accoglienza gli ottanta migranti che da mesi vivono all'aperto, sotto un cavalcavia della strada statale 640 in prossimità del centro d'accoglienza di Pian del Lago di Caltanissetta. Ma soltanto venti richiedenti asilo sono stati ospitati nel centro di prima accoglienza. Gli altri, dopo lo sgombero del campo avvenuto lo scorso 17 marzo, sono tornati a vivere sotto lo stesso ponte, senz'acqua e bagni, dormendo in tende da campeggio o in capanne di legno.
Nel mese di marzo il decreto Minniti-Orlando (adesso legge), ottiene la fiducia al Senato, ma le nuove norme che introduce sono state fortemente criticate dalle organizzazioni umanitarie che si occupano di diritto dell’immigrazione. Ecco l’analisi dei punti più contestati.
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