E' finito il 2016 e rileggendo alcuni report dell'anno appena trascorso mi sono imbattuto nell'ultimo report scritto nel 2015 dal titolo: “Per fortuna è finito il 2015”.
Non possiamo riproporre il titolo cambiando la data perché il 2016 è stato ancor più mortifero e le dinamiche si sono ripetute e sono anzi divenute ancora più violente rispetto al 2015.
I numeri delle stragi quotidiane sono terribili, i dati ufficiali parlano di più di 5 mila morti, mai come quest'anno si è ucciso in mare, e questi numeri non rendono giustizia di tutti i morti che facciamo prima e dopo il mare.
Numeri che sanno di condanna per tutti gli impoveriti e le impoverite che non hanno avuto tregua, e che fanno i nostri politici?
Non si sono fermati alla deriva razzista neanche di fronte alle morti dei bambini, e agli innumerevoli invisibili creati con le politiche di chiusura dell'Europa.
Mai come quest'anno abbiamo innalzato muri, mai neanche nel periodo delle guerre mondiali, il nostro povero mondo ha avuto questa chiusura, mai così tante guerre, mai così tanta distruzione, mai così tanta voglia di egemonia, di sete di potere, mai così tanto egoismo.
Se speriamo che la classe dirigente possa decidere diversamente rispetto a quello che ha fatto fino ad oggi, siamo dei poveri illusi, così spetta a noi non perdere la speranza e trovare le forze per restare attenti ai bisogni delle persone che vengono sfruttate, umiliate e uccise quotidianamente dalle armi, dai muri, dalla politica, dalla voglia di conquistare il mondo intero decidendo chi vale e chi non vale, chi tenere in vita o chi sacrificare al dio potere.
Il 2016 ci lascia un vuoto enorme, ci lascia tanta amarezza e rabbia che abbiamo il dovere di trasformare in azione positiva e creare i presupposti per lavorare per un mondo più giusto, un mondo in cui tutti abbiano il diritto di decidere del proprio destino, un mondo utopico ad oggi, ma un mondo che in molti vogliamo e per questo non dobbiamo perdere la speranza, per questo non dobbiamo rassegnarci alla ferocia della politica odierna.
Una politica che non è più giusta, e non va seguita, una politica che non ricerca più il bene comune e che quindi non può essere accolta dalle persone che vogliono abbattere muri e frontiere.
Non ci aspetta un 2017 facile e si capisce dalle ultime mosse del neo ministro Minniti e dal capo della polizia Gabrielli che hanno aspettato l'ultimo giorno dell'anno 2016 per emanare una circolare in cui informano che saranno riaperti numerosi CIE (almeno uno per regione) per fare controlli straordinari, identificare e allontanare chi non ha diritto a rimanere sul territorio italiano.
Questa circolare disumana emanata l'ultimo giorno dell'anno conferma che è stato un anno orribile per i diritti, e quello che ci aspetta quindi non sarà un anno in cui si vuole cambiare strada e per i migranti sarà ancora più difficile avere pace e libertà. La politica è chiara e dimostra tutta l'incapacità di avere un progetto diverso, questi politici e la classe dirigente europea hanno svenduto una parte del mondo sacrificando milioni di essere umani. Una politica che pensa di gestire la realtà migratoria mediante azioni di polizia, con la repressione, con la violenza, con gli omicidi in mare o commissionati fuori i nostri confini europei.
Vogliono riaprire i CIE, quindi, perché l'Europa pressa sempre di più, perché il sistema hotspot ancora una volta dimostra la sua inefficacia, la sua inutilità, perché abbiamo visto durante tutto il 2016 tanti diventare invisibili perché non si è mai fatta una politica seria di integrazione e non si è mai pensato alla coesione sociale dei territori, ma bensì a escludere.
Ricorderemo il 2016 per gli hotspot; strutture inutili, sì gli hotspot sono inutili, non hanno funzionato, il sistema ha fallito ed è capace di tornare alle vecchie e malsane abitudini: rinchiudere i migranti nelle galere etniche che in passato hanno creato tanta violenza e morte.
Non solo, il 2016 sarà ricordato per le atrocità verso i bambini, basta vedere le immagini che scorrono sui social, ma anche per tutti i minori finiti nell'ombra e non più rintracciati in Italia, numeri altissimi che confermano il fallimento di questo sistema nonché la sua disumanità. Anche quest'anno è stato terribile per i minori che sono sempre più abbandonati da tutte le istituzioni, stipati in centri sovraffollati e non pagati dai comuni, mancanza di tutori, tempi lunghissimi di permanenza, minori in Cas per adulti in tutti Italia e infiniti abusi e violenze soprattutto di natura psicologica.
Non abbiamo alternative, dobbiamo mantenere viva l'attenzione, dobbiamo far valere le ragioni della VITA, dobbiamo essere capaci di confrontarci fra noi e non solo, penso alle tante organizzazioni umanitarie che si perdono tra i tanti progetti e che perdono di vista il maggiore interesse della persona, del migrante , dell'imporverito/a facendo il gioco del sistema politico corrotto e violento.
Il 2015 e ancor di più il 2016 ha riempito i nostri report delle parole abusi, discriminazioni, mancata accoglienza, nessun diritto, e quindi ribadiamo e ci facciamo l'augurio che il vento cambi, che torni il buon senso e che il 2017 sia diverso per i nostri fratelli e le nostre sorelle che cercano vita e libertà, ma noi dobbiamo far in modo di fare cambiare questo vento, non distogliendo mai lo sguardo verso l'altro, proprio come sostiene una cara amica che ogni giorno coltiva la speranza del cambiamento, restando accanto ai migranti, che continua con semplicità la sua lotta contro un sistema che non accetta perché contro la vita: "qualsiasi cosa faccio, le persone devono venire prima di tutto e non devo mai perdere lo sguardo verso di loro"
Questo il nostro augurio per il 2017, vogliamo continuare a sperare!
Alberto Biondo
Borderline Sicilia Onlus
siciliamigranti è una finestra sulla situazione dei migranti in Sicilia. E' il blog di un progetto di monitoraggio e pronto intervento in risposta alle politiche migratorie, contingenti ed emergenziali, messe in atto dal governo italiano per gestire l'arrivo dei profughi provenienti dalla regione del Maghreb e dalla Libia.
domenica 1 gennaio 2017
Non perdiamo la speranza e la forza di essere presenti
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