venerdì 20 maggio 2016

Presentato ieri a Roma il progetto Openeurope

Ieri 19 maggio è stato presentato a Roma l’avvio del progetto Openeurope, realizzato da Oxfam in partenariato con Borderline Sicilia e la Diaconia Valdese, finalizzato a prestare assistenza ai migranti esclusi dal sistema di accoglienza e di protezione a causa del ricevimento di un decreto di respingimento differito. Da quando da settembre 2015 è in atto il cosiddetto approccio hotspot, migliaia di persone identificate sommariamente ed arbitrariamente come migranti economici hanno subito questo tipo di provvedimenti e si sono ritrovate per strada senza sapere cosa fare e dove andare. Tra loro anche diversi casi vulnerabili. Il progetto prevede l’attività di un team mobile di operatori Oxfam che si sposterà sulle province orientali della Sicilia al fine di fornire il primo supporto materiale e di orientamento legale a queste persone. Borderline Sicilia fornirà l’assistenza legale e la Diaconia Valdese garantirà l’accoglienza per i casi più vulnerabili.


La scheda del progetto:
#OPENEUROPE
Ad un anno dal naufragio di Lampedusa nel quale almeno 800 migranti hanno perso la vita,
l’Europa non riesce ad assicurare la protezione legale delle persone più vulnerabili.
HOTSPOT, FABBRICHE DI INCERTEZZA E PAURA
La rotta marittima tra Libia e Italia è la più letale al mondo.
Il 18 aprile 2015 un naufragio al largo di Lampedusa ha causato la morte di circa 800 persone che cercavano di raggiungere l'Italia. L'Unione europea ha risposto alla tragedia convocando il primo di molti vertici sull’emergenza migranti e accelerando l'adozione dell'Agenda UE sulla migrazione. Nel pacchetto di misure che hanno lo scopo di aumentare la sicurezza dei confini dell'Europa e diminuire il numero di persone che vi arrivano, è contenuto quello che è oggi conosciuto come l’hotspot approach: un sistema definito dalla stessa Commissione Europea come una “soluzione operativa per situazioni di emergenza”, ufficialmente creato per accelerare l'elaborazione delle richieste di asilo e garantire un ritorno più rapido delle persone respinte. In Italia ad oggi sono attivi gli Hotspot di Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto. Inoltre il personale delle Agenzie Europee e del Ministero dell'Interno si sposta sul territorio siciliano presso i diversi luoghi di sbarco, in attesa della formalizzazione di un vero e proprio Hotspot mobile team.
Tuttavia, le autorità italiane ed europee che hanno in carico la loro gestione devono ancora stabilire un quadro legale chiaro e delle procedure standard per il loro funzionamento. Questo determina una mancanza significativa di chiarezza rispetto a come questo sistema possa assicurare il rispetto della legge italiana, europea e internazionale.
Sin dalla loro attivazione in Sicilia è stata espressa preoccupazione sul modo in cui gli hotspots funzionano, in particolare sulle possibili violazioni del diritto dei migranti di richiedere protezione internazionale.
I migranti vengono infatti sottoposti a un'intervista che determina, di fatto, il loro status giuridico poco dopo lo sbarco, in condizioni di alto stress fisico e psicologico, in un incontro di pochi minuti durante il quale non è presente nessun organo di garanzia. Questo approccio, premendo per un’accelerazione delle decisioni e producendo alti numeri di respingimenti, ha come risultato che molte persone sono spinte fuori dal sistema nazionale di accoglienza e restano abbandonate a loro stesse, senza certezza su quali siano i loro diritti, in condizione di estrema vulnerabilità. Le persone respinte, lasciate senza documenti e in una situazione nella quale il loro status è irregolare, sono a rischio di cadere nella rete del traffico di persone e del lavoro nero, e la paura impedisce loro di chiedere aiuto.
UN INTERVENTO PER GARANTIRE ASSISTENZA AI RESPINTI DAI CENTRI HOTSPOT
I numeri degli esclusi sono già di alcune migliaia e tenderanno a salire ulteriormente con
l’aumento dei flussi lungo la rotta del Mediterraneo centrale nella stagione calda: Oxfam Italia, Borderline Sicilia e Diaconia Valdese ritengono fondamentale e urgente poter agire subito per contenere i rischi e l’assenza di tutele generati dal sistema Hotspot creando un sistema integrato di supporto legale e sostegno materiale ai soggetti respinti dai centri.
Oxfam Italia è un attore globale specializzato nel rispondere alle emergenze globali e ha come primo obiettivo, sempre e ovunque, salvare vite. Lavora in Sicilia dal 2015 nel settore
dell’accoglienza, forte dell’esperienza quasi ventennale di lavoro con i migranti in Toscana, che ha permesso di mettere a punto un modello di assistenza e integrazione basato su un approccio multisettoriale.
Borderline Sicilia fa parte delle poche organizzazioni sul territorio regionale che ad oggi riescono a dare una risposta dal punto di vista legale al fenomeno, attivando tramite una rete di propri avvocati numerose pratiche di ricorso verso i provvedimenti di respingimento emessi e denunciando allo stesso tempo un sovraccarico degli avvocati coinvolti e la carenza di servizi ai migranti sul territorio.
Diaconia Valdese ha un rapporto di collaborazione con Oxfam sui temi dell’accoglienza e
dell’integrazione anche a livello nazionale e contribuisce in Sicilia ad offrire supporto materiale ai migranti, attraverso la messa a disposizione di centri di accoglienza e mediatori linguistico culturali. Dal 9 maggio è attiva in Sicilia un’unità mobile costituita da un operatore socio-legale e un mediatore linguistico-culturale in grado di raggiungere rapidamente i luoghi in cui viene segnalata la presenza di migranti respinti e di fornire loro assistenza legale per presentare ricorso verso il decreto di respingimento e per avviare la procedura di richiesta di asilo, informarli sui loro diritti e orientarli verso strutture di accoglienza a disposizione del progetto e di altri enti.
Il team mobile fornisce anche un sostegno materiale ai soggetti respinti intercettati per garantire uno standard minimo di sicurezza, distribuendo loro alcuni beni di prima necessità come un mini kit igienico-sanitario per uomini, il Dignity Kit per le donne, abiti, calzature, indumenti intimi, cibo confezionato, acqua, schede telefoniche locali ed internazionali.
Ai soggetti più vulnerabili verranno inoltre offerti una degna accoglienza e servizi di orientamento e inclusione presso piccole strutture dedicate, dove potranno permanere per un periodo limitato di tempo durante il quale espletare le pratiche legali per permettere loro di essere accolti in strutture destinate ai richiedenti asilo. Verrà poi tenuto aggiornato e tradotto nelle lingue veicolari il blog Siciliamigranti, importante strumento di comunicazione realizzato da Borderline Sicilia per informare l’opinione pubblica a livello locale e nazionale rispetto a quanto sta avvenendo nel sistema Hotspots.
CHIEDIAMO ALL’ITALIA E ALL’EUROPA DI FARE DI PIÙ: la campagna di sensibilizzazione
#openeurope
Oxfam Italia, Diaconia Valdese e Borderline Sicilia ritengono che l’Europa debba urgentemente riconsiderare il trattamento che offre alle persone che arrivano ai suoi confini e assicurarsi che ogni essere umano, a prescindere dal suo status, veda garantito il rispetto dei suoi diritti fondamentali e della sua dignità.
Per questo Oxfam, Borderline Sicilia e Diaconia Valdese vogliono fare pressione sulle istituzioni a livello regionale, nazionale e internazionale per lo sviluppo di un sistema di garanzie legali al momento inesistenti e per la definizione di un opportuno quadro giuridico che garantisca tutela dei diritti e definizione di chiare responsabilità. Chiedono inoltre al governo italiano e all’Unione Europea di garantire l’accesso regolare ai punti di sbarco e nei centri hotspot alle organizzazioni indipendenti di modo che possano offrire supporto ai migranti e monitorare il rispetto dei diritti umani, e di creare specifiche procedure di protezione dei soggetti più vulnerabili.