- L’implementazione del dispositivo hotspot. ancora molti minori tra i respinti
- Identificazioni con la forza e mancanza di tutela: il caso del Pala Nebiolo di Messina
- Nuovi migranti in arrivo, altri morti e feriti. Continua la militarizzazione degli sbarchi
- Il dramma dei lunghi tempi di attesa: banco di prova per un’accoglienza degna che non esiste
L’IMPLEMETAZIONE
DEL SISTEMA HOTSPOT E ANCORA MOLTI MINORI TRA I RESPINTI
La strada verso la depenalizzazione del reato di
immigrazione clandestina subisce un nuovo arresto: chi approda in Italia
continua a non essere considerato come vittima di un sistema di sfruttamento ma
passibile di indagine. Intanto all’interno degli hotspot continua la cernita
sommaria tra i migranti che possono rimanere in Europa e quelli respinti, tra
controlli, mancanza di informazione e forti pressioni psicologiche, nella più
totale mancanza di tutela individuale. Borderline Sicilia visita l’hotspot di
Pozzallo
La continua denuncia delle prassi illegittime attuate
negli hotspot e il risultato fallimentare delle operazioni di relocation non
fermano l’attuazione degli accordi previsti dalla Road Map. Dopo la bocciatura
di Augusta spunta la candidatura di Messina come sede di un nuovo hotspot
siciliano
La disumanità insita nella gestione dei flussi
migratori risulta ancora più evidente nei continui respingimenti di soggetti
vulnerabili e minori, lasciati in balìa di possibili sfruttatori dallo stesso
Stato che li dovrebbe proteggere. Prassi illegittime dettate da scelte
politiche che antepongono gli interessi dei governi europei al rispetto di ogni
diritto
IDENTIFICAZIONI CON LA FORZA
E MANCANZA DI TUTELA: IL CASO DEL PALA NEBIOLO DI MESSINA
Manganelli per impartire le istruzioni durante i
primi soccorsi in mare ed uso della forza per il prelievo delle impronte
digitali. Mancanza di tutela e di informazione sulla possibilità di movimento,
minori e vulnerabili alloggiati in un centro totalmente inadeguato. Le paure e
le rivendicazioni di alcuni migranti collocati al Pala Nebiolo di Messina
Sempre a Messina, rimane preoccupante la situazione
dei minori passati lo scorso ottobre dalla palestra Gravitelli. Trasferiti da
centri d’emergenza ad altri di prima accoglienza, dopo mesi rimangono ancora
privi dell’assistenza specifica che gli spetta
NUOVI MIGRANTI IN ARRIVO,
ALTRI MORTI E FERITI. MA GLI SBARCHI SONO SEMPRE PIU’ MILITARIZZATI
Migliaia di migranti hanno attraversato il
Mediterraneo approdando in Sicilia anche quest’inverno. Molti continuano a
perdere la vita in mare, altri portano le ferite recenti delle violenze subite
prima della partenza. Ad attenderli un apparato sempre piu’ militarizzato, che
antepone sicurezza e controllo al sostegno umano
IL DRAMMA DEI LUNGHI TEMPI
D’ATTESA: BANCO DI PROVA PER UN’ACCOGLIENZA DEGNA CHE NON ESISTE
Sono situazioni di desolazione ed abbandono quelle
che troviamo nei Cas visitati in questo mese. Migranti, in attesa da mesi e
anni, vivono in centri privi di personale competente e figure di riferimento, dove
il lavoro nero diventa l’unica opportunità e spesso parte integrante nella
gestione dell’accoglienza. Per tagliare i costi infatti, molti servizi sono
coperti direttamente dagli ospiti che li
pagano con i soldi guadagnati dal loro sfruttamento nelle campagne
Anche all’interno di centri Sprar spesso i progetti
formativi non si traducono in possibilità di un effettivo inserimento sul
territorio e all’interno del contesto lavorativo locale. I lunghi tempi di
attesa per i documenti legano il futuro dei profughi a prassi burocratiche
amministrative infinite, tanto più esasperanti quanto più scarse sono le
opportunità di interazione con la comunità circostante e la possibilità di costruirsi un futuro in
Italia
Fare rete è uno dei primi passi per creare un’effettiva
integrazione. Borderline visita Villa Sergio di Caltanissetta, una struttura
d’accoglienza per persone affette da HIV, facendo conoscere la rete CICA che
riunisce tutte le comunità alloggio per persone sieropositive che può diventare
un riferimento nella regione
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