Comunicato stampa- Si è appreso che ieri sabato 12 settembre un gruppo di cittadini marocchini ha tentato la fuga dal Cie di Milo, vicino Trapani. Si tratta di una parte dei 116 “sedicenti” marocchini sbarcati a Catania il 17 agosto scorso, dopo essere stati soccorsi in acque internazionali a nord della Libia, per i quali la Questura di Catania aveva immediatamente adottato una serie di decreti di respingimento differito, privi di una compiuta motivazione individuale, ed un contestuale decreto di trattenimento nel CIE di Trapani.
Questi provvedimenti erano stati convalidati dal giudice di pace di Trapani in data 21 agosto, senza la presenza degli interessati e senza che venisse eccepita la grave violazione dei diritti di difesa e del principio del contraddittorio. Due visite del console marocchino all’interno del CIE non avevano comportato riconoscimenti formali e l’avvio delle operazioni di rimpatrio con accompagnamento forzato. Al tentativo di fuga di ieri è seguita una colluttazione al termine della quale, dopo l’intervento delle forze di polizia, vi sarebbero stati diversi contusi. In particolare, un ragazzo che nel corso di una precedente visita, effettuata il 24 agosto scorso, appariva già in stato confusionale dopo un tentativo di suicidio, è stato coinvolto negli scontri che sono seguiti al tentativo di fuga ed avrebbe riportato diverse contusioni. Le sue condizioni psichiche si sarebbero ancora aggravate e destano gravi preoccupazioni. La Campagna LasciateCIEntrare, che in questi ultimi mesi si è vista rifiutare una serie di ingressi nei CIE e nei CPSA (e tra questi anche nel CIE di Trapani Milo), malgrado la preventiva autorizzazione ricevuta dal Ministero dell’interno, chiede
Che sia fatta chiarezza sulla regolarità delle procedure adottate a Catania ed a Trapani nel respingimento e nella convalida del trattenimento dei suddetti cittadini marocchini
Che sia verificata la possibilità di fare valere i diritti di difesa all’interno del CIE di Trapani Milo, con particolare riguardo alle modalità di selezione e nomina dei difensori d’ufficio.
Che sia garantita la regolarità della prossima convalida della eventuale proroga del trattenimento, alla presenza degli interessati e di un interprete in applicazione di quanto affermato dalla legge e ribadito dalla Corte di Cassazione
Che sia fatta chiarezza sulla dinamica dei fatti avvenuti ieri dopo il tentativo di fuga e l’intervento delle forze di polizia
Che sia verificata la possibilità di accesso immediato alle cure mediche, anche ospedaliere, di quei cittadini marocchini trattenuti nel CIE di Milo, che già un mese fa lamentavano la impossibilità di essere visitati e curati all’esterno della struttura
Che il CIE di Trapani Milo venga immediatamente chiuso perché si rivela ancora una volta una struttura criminogena che non realizza neppure le finalità, né accorda le garanzie, previste dalla legge e dalle Direttive europee in ordine al rimpatrio dei cittadini stranieri irregolari
Che la trasformazione del CIE di Trapani Milo in HOT SPOT venga immediatamente bloccata, vista anche la evidente impossibilità di svolgere all’interno di questa struttura, nei brevi tempi che sarebbero previsti a livello europeo (48-72 ore), le attività di identificazione imposte dai più recenti indirizzi dell’Unione Europea, in applicazione del Regolamento Dublino III e del Regolamento Eurodac.