- Il CPSA di Pozzallo sotto i riflettori: Chiuso e riaperto tra denunce, polemiche e controlli della Guardia di Finanza
- Minori migranti abbandonati a se’ stessi. Denunce e disinteresse al posto di una vera accoglienza
- Non solo migranti ma persone: proteste per gli insostenibili tempo di attesa e un sistema che “allunga” i tempi per la commissione
- Violenze e soprusi al CARA di Mineo. In tutta Italia centri sempre più inaccessibili alle associazioni
- Ancora sbarchi a Lampedusa e nella Sicilia orientale. A Messina il bilancio di un anno difficile per la prima accoglienza
- Osservatorio razzismo e xenofobia: esposti e raccolta firme contro l'accoglienza. Il caso di Augusta
IL CPSA DI POZZALLO SOTTO I RIFLETTORI: CHIUSO E RIAPERTO TRA DENUNCE, POLEMICHE E CONTROLLI DELLA FINANZA
L’anno nuovo si apre con le polemiche sulle
condizioni disastrose all’interno del CPSA di Pozzallo. Mancanza di acqua
calda, materassini putridi, operatori senza paga da mesi e il mancato rinnovo
della convenzione.
L’inagibilità della struttura porta alla
chiusura del centro il 7 gennaio. Nel frattempo la Guardia di Finanza si
presenta a sorpresa per avviare indagini su sospetti casi di truffa e malversazione.
Intanto non cessano gli sbarchi.Un gruppo
di migranti marocchini, destinatari di un provvedimento di espulsione poco dopo
l’arrivo,vengono lasciati con il foglio di via alle porte del centro, invitati
a raggiungere da soli l’aereoporto di Fiumicino.
A fine mese il CPSA riapre i battenti,
con una proroga di gestione alla stessa cooperativa “Luoghi Comuni”,
nell’attesa del nuovo bando per l’assegnazione triennale. Circa 70 migranti
vengono trasferiti qui da altre strutture. Nella speranza che un CPSA non si
trasformi da subito in un centro di lunga permanenza, come di solito è avvenuto
in questi anni.
MINORI MIGRANTI ABBANDONATI A SE’ STESSI. DENUNCE E DISINTERESSE AL POSTO DI UNA VERA ACCOGLIENZA
E’ sempre più drammatica la situazione
dei minori migranti non accompagnati. A Giarre, una violenta rissa tra gli
ospiti del centro d’accoglienza gestito dalla Cooperativa “Ambiente e
Benessere”, viene riportato da un video circolante in rete.
Un gruppo di ragazzi ospiti invece della
nuova struttura “La Madonnina” di Mascalucia, decide di scendere a piedi fino
alla Prefettura di Catania per far valere le proprie richieste disattese dopo più di un mese:
vestiti, possibilità di comunicare con i familiari e avvio della propria procedura
con l’affidamento ad un tutore. Solo dopo settimane, grazie all’aiuto di alcuni
attivisti, la Prefettura trova loro una nuova sistemazione. I responsabili de
“La Madonnina” invece, rispondono denunciando i ragazzi e minacciando di farlo
anche con chi li ha aiutati.
Intanto i media riportano i numeri dei
ragazzi che si allontanano dopo lo sbarco, focalizzando il dibattito pubblico
esclusivamente sulle questioni, legittime, riguardanti la loro sicurezza. In
pochi però si soffermano sull’analisi e la possibilità di intervenire sulle
diverse cause della loro fuga.
NON SOLO MIGRANTI MA PERSONE: PROTESTE PER GLI INSOSTENIBILI TEMPI DI ATTESA E UN SISTEMA CHE “ALLUNGA” I TEMPI PER LA COMMISSIONE
Migranti che sfidano la paura e la disinformazione
per chiedere il rispetto dei propri diritti. A Caltanissetta si sono succedute
in un mese diverse proteste per gli interminabili tempi d’attesa della
Commissione. I richiedenti, dinanzi all’arbitrarietà e disorganizzazione del
sistema, chiedono il rispetto dei termini per svolgere l’audizione previsti
dalla legge. Alcuni più fortunati sono sostenuti dalle autorità cittadine. Per
altri che accedono ad una seconda accoglienza negli Sprar invece, spesso il
rischio è quello di ripartire daccapo.
L’equazione tra
trasferimento e necessità di ricominciare da principio la procedura per i
documenti, spaventa anche chi ha dovuto combattere per sopravvivere nei mesi
della primissima accoglienza. Il caso di un gruppo di migranti trasferiti da
Paestum a Siracusa.
Fortunatamente, nel vasto panorama
dell’accoglienza, non mancano ancora gli esempi di chi, con grande fatica,
lavora per una presa in carico responsabile dei migranti, con attenzione e
valorizzazione dei loro diversi percorsi e necessità.Spendendosi per una loro
integrazione sul territorio che rende più concreto e vicino un futuro migliore.
Il caso del centro Mediterranean Hope di Scicli
VIOLENZE E SOPRUSI AL CARA DI MINEO. IN TUTTA ITALIA CENTRI SEMPRE PIU’ INACCESSIBILI ALLE ASSOCIAZIONI
Al Cara di Mineo si registrano ancora
casi gravissimi di violenza ed abusi. Nella totale inconsapevolezza e
indifferenza della mega struttura, che conta più di 300 operatori e “ospita”
quasi 4.000 migranti, una donna nigeriana viene sequestrata, picchiata e
violentata da un connazionale, riuscendo a denunciare il fatto solo dopo ben
tre mesi.
In tutto il territorio italiano intanto,
rimane difficile, se non impossibile, l’accesso da parte di associazioni e
gruppi di attivisti all’interno delle più grandi strutture di accoglienza. I
centri dell’agrigentino rifiutano l’accesso ad associazioni ed attivisti. In
tutta Italia, delegazioni di cittadini autorizzati dalla Prefettura, vedono il loro
permesso di ingresso revocato all’ultimo minuto, al CIE di Bari, o concesso
solo ad una parte dei propri componenti, al CIE e Cara di Pian Del Lago. Intanto
continua l’attività dell’associazione Class Action Parlamentare, che dal 2009
si muove sul piano legale per denunciare violazioni dei diritti umani, frodi, e
inadeguatezza delle strutture.
ANCORA SBARCHI A LAMPEDUSA E NELLA SICILIA ORIENTALE. A MESSINA IL BILANCIO DI UN ANNO DIFFICILE PER LA PRIMA ACCOGLIENZA
Continuano gli sbarchi anche con le
condizioni avverse di gennaio. A metà mese sono arrivate ben 260 persone a
Pozzallo, subito trasferite fuori dalla Sicilia, mentre il 17 gennaio altri 354
migranti sono sbarcati ad Augusta. Alcuni immigrati sono arrivati anche a
Lampedusa, dove regna la confusione sulla riapertura del centro di prima
accoglienza e sulle modalità di trasferimento dei profughi lì approdati.
La città di Messina intanto ha visto
susseguirsi dal gennaio 2014 ad oggi, aperture e chiusure dei centri destinati
alla prima accoglienza, secondo le solite logiche emergenziali. Ora, mentre
nuovi bandi assegnano la gestione di strutture con centinaia di posti, i migranti
rimangono al gelo nella tendopoli del PalaNebiolo, mentre un gruppo di minori
alloggia all’ex Ipab Scandurra
OSSERVATORIO RAZZISMO E XENOFOBIA:ESPOSTI E RACCOLTA FIRME CONTRO L’ACCOGLIENZA. IL CASO DI AUGUSTA
Mancanza di fiducia nelle
istituzioni,dissesti finanziari dei comuni, crisi e disoccupazione: ancora una
volta il malcontento dei cittadini si scarica sui migranti. Succede nella città
di Augusta, dove un comitato di cittadini indice una raccolta firme per opporsi
all’apertura di un nuovo centro di accoglienza per profughi.Si sostiene che
nell’emergenza, lo spazio e le risorse per i migranti devono e possono
aspettare.
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