giovedì 14 agosto 2014

I nuovi bandi e una realtà attiva nell'accoglienza: il centro sprar di Pozzallo

La Prefettura di Ragusa ha emanato il bando pubblico perindividuare centri di accoglienza per migranti nel territorio di competenza, dove numerose strutture temporanee vedranno a fine mese scadere la loro convenzione. Il bando prefettizio illustra nel dettaglio le condizioni dell’accoglienza, dai numeri massimi di ricettività dei singoli comuni, alle disposizioni sull’erogazione dei pasti (con addirittura una puntuale grammatura dei cibi), del vestiario, dei generi di prima necessità e dei pocket money. Viene posto in evidenza l’impegno a garantire servizi di mediazione culturale e linguistica.

La settimana scorsa intanto, gli operatori delle cooperative sociali che gestiscono i progetti SPRAR nella provincia di Ragusa hannointerpellato il Prefetto per sollecitare provincia e comuni a pubblicare ibandi che individueranno le ditte predisposte all’accoglienza dei migranti titolari di protezione internazionale.
La situazione ad oggi è quanto mai disomogenea sul territorio, con alcuni comuni che non hanno ancora reso nota la data di apertura delle buste, ed altri, come Scicli, che non parteciperanno alla gara.
Nel frattempo, sullo stesso territorio ibleo, persistono realtà che si confrontano e sperimentano quotidianamente l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, con uno sguardo rivolto anche al futuro.
Una di queste è il centro SPRAR di Pozzallo (RG), gestito dalla cooperativa Filotea, che opera anche a Comiso, Ragusa e Marina di Ragusa. Decido di visitare il centro per gettare uno sguardo anche su quelle realtà che interagiscono potentemente con i migranti una volta finita l’emergenza, e spesso lo fanno a riflettori spenti, specialmente in un luogo come Pozzallo, dove l’attenzione mediatica è rivolta principalmente agli arrivi ed agli imponenti spostamenti di persone che a questi fanno seguito.
La responsabile del centro, dott.ssa  Denebola Ammatuna, mi guida lungo il breve tratto di strada sterrata che porta alla struttura, appena fuori dal centro di Pozzallo. L’edificio, una villetta a due piani con terrazzo  circondata da prato, era precedentemente adibito a B&B, e mantiene un aspetto decoroso ma non sfarzoso. Vicino all’ingresso, noto subito la fila di biciclette che i ragazzi ospiti usano per spostarsi verso il mare o i centri vicini. I ragazzi sono autonomi e si gestiscono le varie attività della giornata in modo indipendente, trovando al centro il supporto di un consulente legale, un inteprete, un assistente sociale, un’animatrice e una psicologa che è anche la responsabile del servizio. Denebola mi mostra subito l’appartamento, dove ci accolgono i quattro ragazzi che non si sono allontanati in queste caldissime ore del pomeriggio: c’è chi dorme, chi guarda la tv, chi usa internet e chi premurosamente ci prepara il caffè. Attualmente il centro ospita 7 ragazzi adulti, 5 ritrei, un ghanese e un gambiano, ma a fine mese ci saranno nuovi arrivi. La struttura è spaziosa, e i ragazzi collaborano in modo responsabile alla manutenzione degli spazi esterni e privati, improvvisandosi a volte anche cuochi per preparare piatti della loro tradizione. Scambio qualche parola con gli ospiti che si mostrano affabili e tranquilli, si destreggiano il più possibile con l’italiano e sorridono quando sentono che vengo dal nord, dove “non c’è questo sole”! Si muovono con disinvoltura nei diversi spazi. “Il nostro obiettivo” spiega Denebola, “è quello di creare un clima familiare.” L’idea che traspare sembra quella di sostenere gli ospiti nei momenti più critici per arrivare ad una piena autonomia e ad un radicamento sul territorio, agevolando la costruzione di relazioni anche diverse da quelle imposte dall’iter burocratico ed amministrativo dal quale i migranti, come richiedenti asilo, devono necessariamente passare. Denebola mi accenna infatti all’idea di far partire un progetto di allevamento sostenibile, sfruttando il terreno che circonda la villa, e soprattutto mi racconta della recente esperienza fatta dagli ospiti con un gruppo di scout del casertano passati al centro la settimana scorsa. “Gli scout hanno proposto attività che i migranti hanno seguito con entusiasmo, un giorno hanno cucinato zeppole fino alle dieci di sera!” Poi, venerdì scorso, i ragazzi del centro e gli scout hanno portato delle scene di teatro e musica per il centro di Pozzallo. Ovviamente la scelta del confronto e dell’apertura al territorio comporta anche molta fatica e disponibilità a mettersi in gioco, con risultati non sempre immediati, ma ognuno ha la possibilità perlomeno di fare anche questa scelta, e ciò spesso non succede.
 Inizialmente il centro era adibito all’accoglienza di nuclei familiari ma due mesi fa, per via dei cambiamenti nella tipologia dei migranti in arrivo, è stata predisposto per ospitare solo uomini. Anche questa è stata una sfida non da poco, perchè ha significato una riorganizzazione degli spazi, dei servizi e soprattutto un ripensamento in toto della progettazione, in brevi tempi e mantenendo certi standard di professionalità. Tuttavia l’entusiasmo e il desiderio di creare qualcosa di positivo sembra decisamente vincere sull’ansia e la stanchezza tra gli operatori e soprattutto tra i migranti, che con tenacia, perseveranza e grande fiducia, si riappropriano dei tempi e degli spazi necessari per ricostruire legami spezzati.

Lucia Borghi

Borderline Sicilia Onlus