venerdì 29 agosto 2014

Arrivi a Palermo: Caritas li accoglierà al Villaggio Ruffini

ilmoderatore.it - Sono arrivati stanchi e molto provati stamattina al porto di Palermo 231 profughi, tra palestinesi e siriani, in fuga dalla guerra. Si tratta per lo più di nuclei familiari composti da coppie molto giovani e da tantissimi bambini, alcuni ancora in fasce.
A partecipare alle operazioni di sbarco anche gli operatori e i volontari della Caritas Palermo che hanno fornito ai migranti, soprattutto ai più piccoli, un primo aiuto in beni di prima necessità, distribuendo, in collaborazione con il Comune, coperte termiche, scarpe, panini e acqua.


I 231 migranti stanno per essere trasferiti tutti quanti al Villaggio Ruffini, struttura della Curia, ma data in gestione alla Caritas Palermo per fornire una prima accoglienza temporanea durante il periodo degli sbarchi.
La scelta, voluta da don Sergio Mattaliano, direttore Caritas, è stata quella di ospitarli in un unico centro, così da non suddividere i nuclei familiari, né i bambini dai loro genitori. Sono famiglie scappate dal loro Paese, alcune dalla Siria, altre da Gaza, dove sono ancora in corso dei conflitti che hanno messo in ginocchio intere popolazioni, adesso in fuga verso un destino migliore.
«A sbarcare oggi a Palermo sono stati, infatti, interi gruppi familiari, soprattutto siriani – spiega padre Sergio Mattaliano, direttore Caritas -. Ci sono moltissimi bambini che meritano un’attenzione particolare, perché provengono da territori in cui la guerra fa da padrona e già da piccoli hanno dovuto assistere a scene violente o a patire la fame. Sono famiglie che molto probabilmente resteranno pochi giorni in città. Il loro cammino, dunque, non è ancora finito. Noi della Caritas li aiuteremo a rifocillarsi e mettersi in forza per far sì che possano raggiungere la meta da loro stabilita. Abbiamo deciso di ospitarli in unico centro di accoglienza straordinaria per fare in modo che i bambini possano stare insieme a mamma e papà, senza dividerli».
La maggior parte, infatti, conta di raggiungere i Paesi del Nord Europa, dove ad aspettali ci sono altri familiari o amici emigrati lì in passato.
«Sono fratelli che dobbiamo aiutare e sostenere in tutti modi perché, ricordiamoci, che scappano dalla guerra sia in Siria che in Palestina. Per questo ci stiamo attivando anche  per il sostegno psicologico  con l’ausilio dei nostri mediatori culturali e l’assistenza volontaria di medici e pediatri».
«Abbiamo bisogno soprattutto di vestiti e scarpe per bambini – fa appello don Mattaliano -. Ma anche di pannolini, biberon, latte, giocattoli e qualsiasi altro bene vogliate donare e pensate possa essere utile ai più piccoli».