Arriviamo al porto alle ore 13 circa, le ambulanze della Croce Rossa sono parcheggiate accanto alla tenda di primo soccorso e al banchetto della Protezione Civile, intenta a distribuire panini e acqua ai migranti che scendono dalla nave, molti dei quali gravemente disidratati. Ci sono dei pullman parcheggiati che pian piano caricano i profughi e si allontanano, i volontari della Protezione Civile non sanno indicarci quale sia la loro destinazione, ma, parlando con un’operatrice del CPSA di Pozzallo, scopriamo che sarà quella la prima meta, dalla quale poi i giovani verranno smistati in altri centri delle province siciliane, tra cui Comiso.
Il Capitano di fregata della nave Dattilo, Salvatore Scimone, ci comunica che i migranti sbarcati sono originari per la maggior parte dalla Siria, ma si contano diversi cittadini dell’Africa Subsahariana (Gambia, Mali, Senegal e Nigeria), Maghrebini, Tunisini ed Egiziani. Circolano voci sulla presenza di Palestinesi ed Iracheni a bordo, ma il capitano non ne parla. Aggiunge inoltre che il salvataggio di cinque barconi, in buone condizioni ma esageratamente sovraffollati, è avvenuto al largo delle coste libiche, di concerto con altre unità della Marina Militare. “Oggi stanno avvenendo sbarchi ovunque”, ci dice, “a Catania, Augusta, Brindisi, Taranto e Reggio Calabria”.
Lasciamo il porto mentre altri ragazzi, circa duecento, attraversano il pontile. Sorridono e dicono “Ciao Italia!”. Ci avviamo verso il CPSA di Pozzallo, a pochi metri dal porto. L’assistenza è in pieno corso, dal cancello si vedono famiglie di Siriani sedute sul marciapiede e un gruppo di uomini nord-africani che è pronto a partire su un pullman; cerchiamo di capire dove siano diretti ma l’autista e le forze dell’ordine si rifiutano di darci informazioni al riguardo. Parlando con una giornalista francese presente sul posto, ipotizziamo il trasferimento a Comiso, dove molti Egiziani sono già stati dirottati negli ultimi giorni e dove dovrebbero essere rimpatriati, via aerea, al Cairo. Anche oggi alcuni migranti sono stati divisi dagli altri già in banchina e caricati direttamente su pullman allontanatisi da Pozzallo. La notizia, purtroppo, non ci coglie di sorpresa dato che la procedura di rimpatrio, “legittimata” dagli accordi di riammissione ancora vigenti con l’Egitto, è riemersa di frequente nell’ultimo periodo, quasi come fosse una soluzione al sovraffollamento dei centri.
Beatrice Gornati e Lucia Borghi
Borderline Sicilia Onlus
Il Capitano di fregata della nave Dattilo, Salvatore Scimone, ci comunica che i migranti sbarcati sono originari per la maggior parte dalla Siria, ma si contano diversi cittadini dell’Africa Subsahariana (Gambia, Mali, Senegal e Nigeria), Maghrebini, Tunisini ed Egiziani. Circolano voci sulla presenza di Palestinesi ed Iracheni a bordo, ma il capitano non ne parla. Aggiunge inoltre che il salvataggio di cinque barconi, in buone condizioni ma esageratamente sovraffollati, è avvenuto al largo delle coste libiche, di concerto con altre unità della Marina Militare. “Oggi stanno avvenendo sbarchi ovunque”, ci dice, “a Catania, Augusta, Brindisi, Taranto e Reggio Calabria”.
Lasciamo il porto mentre altri ragazzi, circa duecento, attraversano il pontile. Sorridono e dicono “Ciao Italia!”. Ci avviamo verso il CPSA di Pozzallo, a pochi metri dal porto. L’assistenza è in pieno corso, dal cancello si vedono famiglie di Siriani sedute sul marciapiede e un gruppo di uomini nord-africani che è pronto a partire su un pullman; cerchiamo di capire dove siano diretti ma l’autista e le forze dell’ordine si rifiutano di darci informazioni al riguardo. Parlando con una giornalista francese presente sul posto, ipotizziamo il trasferimento a Comiso, dove molti Egiziani sono già stati dirottati negli ultimi giorni e dove dovrebbero essere rimpatriati, via aerea, al Cairo. Anche oggi alcuni migranti sono stati divisi dagli altri già in banchina e caricati direttamente su pullman allontanatisi da Pozzallo. La notizia, purtroppo, non ci coglie di sorpresa dato che la procedura di rimpatrio, “legittimata” dagli accordi di riammissione ancora vigenti con l’Egitto, è riemersa di frequente nell’ultimo periodo, quasi come fosse una soluzione al sovraffollamento dei centri.
Beatrice Gornati e Lucia Borghi
Borderline Sicilia Onlus