
Gli altri sono stati trasferiti in pullman diretti in un’ex azienda agricola di Comiso, attrezzata come centro di prima accoglienza e soccorso. Tutti i migranti prima di salire sui mezzi di trasporto sono stati fotosegnalati e fotografati dalla polizia. In queste ore, intanto, si attende l’arrivo sempre a Pozzallo di un altro gruppo di circa 350 migranti.

“I trasferimenti dei migranti sono stati molto lenti perché, nella prima mattina oltre alla protezione civile e alla capitaneria di porto non c’era nessuno, e poi sempre improntati all’insegna dell’improvvisazione tipica delle situazioni di emergenza - racconta Elio Tozzi di Borderline Sicilia. Il trasferimento di sessanta di loro al centro di accoglienza di Pozzallo è avvenuto gradualmente con un piccolo pulmino di 22 posti. Gli altri sono stati portati in pullman diretti a Comiso. Il centro di Comiso è considerato però tra i meno sicuri a causa delle diverse fughe che si sono potute registrare in precedenza”.
“A noi il termine emergenza non piace perché è stato utilizzato e spesso strumentalizzato politicamente - sottolinea ancora Elio Tozzi -, però, in questo momento, la sensazione che si registra è che ci sia un numero considerevole di arrivi e che soprattutto la disorganizzazione è la costante operata nei confronti dei migranti quando arrivano sulla terraferma. Sappiamo che l’accoglienza è satura anche nella tendopoli di Messina e ad Agrigento. A Catania i migranti arrivati ieri sono stati accolti al Palaspedini, un palazzetto dello sport adiacente allo stadio Cibali. Domani al Cibali ci sarà la partita dell’accoglienza tra il Cara di Mineo e la nazionale attori. Mentre si giocherà a pallone nel palazzetto accanto c’è gente migrante appena accolta che ha bisogno di tutto. Giusto per segnalare la sorta di controsenso che viviamo”.
“Ritorniamo, comunque, sempre a battere sullo stesso punto, dicendo che l’accoglienza non può essere fatta da un sistema di organizzazione emergenziale lasciato spesso all’improvvisazione del caso – continua -. Considerato che i centri siciliani sono quasi tutti saturi nessuno sa come rispondere, spesso sono gli operatori che temporeggiano, rimanendo in attesa di disposizioni perché non sanno cosa fare e dove portarli”.