giovedì 10 aprile 2014

Sbarcati 360 migranti dal mercantile “Prospero”. PalaNebiolo al collasso

Tempo Stretto - Sono sbarcati dal mercantile su cui si trovavano dopo essere stati soccorsi nel Mediterraneo, 360 migranti, tra uomini e donne, per la maggior parte sub-sahariani. Le operazioni di prima accoglienza si sono svolte direttamente sul molo di fronte alla Dogana, proseguendo per ore. Per accogliere i migranti la prefettura ha dato l’ordine di riaprire il Palazzetto Sportivo del PalaNebioloPiccoli passi incerti lungo la scaletta che conduce dal grande mercantile al molo, messa in sicurezza con delle reti. Stretto al collo il bambino, una testolina che fa capolino appena tra la coperta in cui è avvolto, che svolazza intorno, ad ampie pieghe, nel vento e nell’umido della sera, tanto da ostacolare l’incedere sfinito e prudente della madre. La donna con il suo bambino è la prima a scendere dalla nave "Prospero", un immenso mercantile carico di container che batte bandiera delle isole Marshall. Dietro di lei, ad aspettare pazienti ed esausti, 360 migranti, circa venti donne, oltre quaranta minori, il resto giovani uomini. Per la maggior parte sub-sahariani, tutti disidratati, contusi e “fortemente traumatizzati” come dichiara testualmente chi ha prestato il primo soccorso. 

Dopo la mamma con il figlioletto  stretto in braccio, inizia la lunga processione dei rifugiati: donne – alcune anziane –, feriti e poi pian piano gli altri. Tutti sfiniti, tutti scalzi. Non siamo a Lampedusa o ad Augusta, siamo a Messina, in pieno centro, nel molo di fronte alla Dogana. E questo è solo il primo di quella che si preannuncia già una lunga estate di sbarchi, che ormai verranno assorbiti anche dai moli della nostra città. A dare corpo a questo sospetto, il trasferimento di uno dei massimi esperti in materia di sbarchi ed immigrazione da Trapani alla Prefettura di Messina.

I migranti sono stati soccorsi in mare, la notte prima, dai tre barconi fatiscenti con cui tentavano la traversata del Mediterraneo. Oltre un centinaio è stato sbarcato ad Augusta, un altro gruppo a Siracusa e Gioiosa e poi sono giunti a Messina. La donna con il suo bambino è stata trasferita in una delle strutture di accoglienza dell’Ai.Bi. gran parte dei minori trasportati all’ospedale Policlinico, ad attendere tutti gli altri: il PalaNebiolo. Se le tende montate sul campo da baseball registrano già il tutto esaurito, la Prefettura non si è persa d’animo, riaprendo il Palazzetto sportivo, chiuso a Novembre dello scorso anno a causa delle condizioni igieniche definite a dir poco allarmanti dalle relazioni dell’Azienda Sanitaria Provinciale.

La prima accoglienza è stata effettuata dalla Capitaneria di Porto di concerto con la Croce Rossa nell’area portuale. Sul molo, oltre gli operatori e le forze dell’ordine, il Sindaco Renato Accorinti, l’assessore alla Protezione Civile Filippo Cucinotta e l’esperta alla mediazione culturale Clelia Marano. Accorinti ha parlato preventivamente con l’Asp per verificare celermente le condizioni sanitarie del Palazzetto sportivo e la salute delle persone.  “Siamo molto preoccupati – ha commentato Filippo Cucinotta – . L’amministrazione non può voltare le spalle a questa gente e lasciarla sulla nave, ma nemmeno il Ministero può voltarci le spalle, con decisioni simili. Ci è stato comunicato che è una soluzione temporanea, non più di uno o due giorni, il problema è che l’avevano detto anche la volta precedente. Di questo passo ci ritroveremo un campo di seicento persone, questo non può accadere”.

Inizialmente si era pensato di utilizzare il quartiere fieristico. Qualche ora prima dell’arrivo della  nave, però, l’ordine prefettizio è stato quello di riaprire il palazzetto sportivo accanto alla tendopoli.  Al tempo in cui - fine ottobre 2013 – nel palazzetto sportivo vivevano 180 persone, la distesa di brande arrivava a coprire metà palestra,che a questo punto dovrà essere coperta integralmente, oltre alla necessità di sfruttare al massimo della capienza, se non oltre, le tende del campo.

Verso le undici di sera  vengono trasferiti  i primi cinquanta, sulla nave ancora tantissima gente attende il turno per scendere. Il medico salito a bordo subito dopo l’attracco riscende verso quell’ora, barcolla a sua volta, esausto. A tarda notte, finite le operazioni di primo soccorso, il centro sportivo del PalaNebiolo, tra la tendopoli e il palazzetto, conterrà oltre cinquecento persone.  Gli attivisti del Teatro Pinelli e i membri del circolo Arci Thomas Sankara, durante le operazioni di trasferimento hanno esposto uno striscione in cui si leggeva: “No alle tendopoli, sì all’accoglienza integrata”.

Quando il grande mercantile attracca al molo di fronte alla Dogana, verso le 20, tra i rifugiati a bordo si leva un lieve applauso e uno scambio di saluti tra i migranti e le persone – attivisti e membri della società civile – assiepate ai cancelli.  Il momento dell’attracco, per quegli uomini e quelle donne – ancora vergine dai disagi della prima accoglienza che troppo spesso si trasformano in veri e propri drammi – segna la gioia inimmaginabile di chi, sopravvivendo alla traversata è sbarcato in Europa. Il continente che equivale, per loro, a quella che per i nostri nonni e bisnonni era l’”America”. Vederli sbarcare così, nel silenzio della sera, avvolti da coperte, incerti nel calcare la terra ferma, è toccare con mano il dramma di un intero continente – l’Africa – ormai affondato.

Eleonora Corace