Aggiornamenti sui naufragi. Tutte le salme, sia quelle dell’incendio del
barcone del lo scorso 3 ottobre che quelle del naufragio di giorno 11, hanno
lasciato l’isola di Lampedusa già da 48 ore. La nave militare Cassiopea ha
infatti completato il compito per il quale è stata attraccata per giorni al
molo commerciale dell’isola, finendo di caricare domenica le ultime bare delle
vittime eritree e le 21 salme dei siriani morti durante il naufragio in acque
maltesi.
Nuovi sbarchi. Altri sbarchi di migranti intanto hanno interessato l’isola nelle prime
ore della mattina di ieri: il bilancio è di circa 300 nuove presenze. Ancora
prima dell’alba di ieri, sono giunte al molo Favaloro due delle motovedette
della Guardia Costiera, su cui erano stati trasbordati dei migranti da un
barcone intercettato e soccorso dalla Marina militare. Le provenienze sono
varie: come di consueto in quest’ultimo periodo, molti Siriani, ma anche tanti Eritrei, somali, e Subsahariani.
Il terzo sbarco ha invece avuto luogo intorno alle 8.00 di ieri presso il molo
Commerciale dell’isola, per permettere l’attracco di una nave della Guardia
Costiera, su cui sono stati trasbordati circa 80 migranti, tra cui 11 donne di
cui 4 gravide, anche in questo caso dalle differenti nazionalità.
Il CSPA e trasferimenti. Il numero degli ospiti del CSPA si mantiene
sempre sensibilmente alto: sono oltre 700 i migranti ospitati, tra cui almeno
30 minori non accompagnati. Procedono
intanto, seppur a rilento, le procedure di trasferimento: 110 i migranti che
hanno lasciato l’isola ieri per essere trasferiti in aereo. Partiti dall’isola
anche 4 migranti in elisoccorso, tra cui 3 donne gravide a termine, destinate
agli ospedali di Agrigento e Palermo.
Testimonianze sulle traversate in mare. Si continuano a raccogliere le testimonianze di
alcuni migranti giunti nell’isola nel corso degli ultimi sbarchi, circa le
condizioni di vita in Libia e le dinamiche delle loro traversate. Uno dei
migranti giunti tre notti fa a seguito di un trasbordo che ha permesso di
salvare 14 Somali abbandonati nella stiva di una nave, racconta il degrado cui
era costretto a vivere in Libia. Riferisce di essere rimasto in carcere per due
mesi in pessime condizioni igieniche, prima di imbarcarsi per raggiungere
l’Europa. Per lui, un’esperienza rischiosa ma a lieto fine, poiché quella che
poteva risolversi nell’ennesima tragedia si è rivelata al contrario la strada per
la sua salvezza. Infatti, come già riportato precedentemente, a seguito di un
guasto all’imbarcazione a causa del quale il natante cominciava a imbarcare
acqua, i migranti hanno lanciato l’SOS e sono stati approcciati da una nave
commerciale libica (si trattava, racconta, di una nave per il commercio di
bestiame) che ha riportato indietro tutti i migranti ad eccezione dei 14 in fondo alla stiva,
incapaci di risalire in superficie. Una volta abbandonati però, seguendo la
rotta indicata da una semplice bussola (riferisce che non disponevano di
strumentazione satellitare) e eludendo alcune navi non identificate di sospetta
provenienza libica, sono riusciti a proseguire verso nord, fino ad essere
avvistati e raggiunti dai nostri soccorritori. E’ iniziata intanto al missione
“Mare Nostrum”, per un maggiore pattugliamento del Canale di Sicilia, per la
quale c’è tra operatori e Lampedusani grande attesa. Intanto il vento di
maestrale alzatosi ieri sembra concedere una tregua.
La Redazione di Borderline Sicilia Onlus