mercoledì 16 ottobre 2013

Lampedusa: le condizioni dei migranti ed aggiornamenti sui naufragi

Aggiornamenti sui naufragi. Tutte le salme, sia quelle dell’incendio del barcone del lo scorso 3 ottobre che quelle del naufragio di giorno 11, hanno lasciato l’isola di Lampedusa già da 48 ore. La nave militare Cassiopea ha infatti completato il compito per il quale è stata attraccata per giorni al molo commerciale dell’isola, finendo di caricare domenica le ultime bare delle vittime eritree e le 21 salme dei siriani morti durante il naufragio in acque maltesi.

Nuovi sbarchi. Altri sbarchi di migranti intanto hanno interessato l’isola nelle prime ore della mattina di ieri: il bilancio è di circa 300 nuove presenze. Ancora prima dell’alba di ieri, sono giunte al molo Favaloro due delle motovedette della Guardia Costiera, su cui erano stati trasbordati dei migranti da un barcone intercettato e soccorso dalla Marina militare. Le provenienze sono varie: come di consueto in quest’ultimo periodo, molti  Siriani, ma anche tanti Eritrei, somali, e Subsahariani. Il terzo sbarco ha invece avuto luogo intorno alle 8.00 di ieri presso il molo Commerciale dell’isola, per permettere l’attracco di una nave della Guardia Costiera, su cui sono stati trasbordati circa 80 migranti, tra cui 11 donne di cui 4 gravide, anche in questo caso dalle differenti nazionalità.
Il CSPA e trasferimenti. Il numero degli ospiti del CSPA si mantiene sempre sensibilmente alto: sono oltre 700 i migranti ospitati, tra cui almeno 30  minori non accompagnati. Procedono intanto, seppur a rilento, le procedure di trasferimento: 110 i migranti che hanno lasciato l’isola ieri per essere trasferiti in aereo. Partiti dall’isola anche 4 migranti in elisoccorso, tra cui 3 donne gravide a termine, destinate agli ospedali di Agrigento e Palermo.
Testimonianze sulle traversate in mare. Si continuano a raccogliere le testimonianze di alcuni migranti giunti nell’isola nel corso degli ultimi sbarchi, circa le condizioni di vita in Libia e le dinamiche delle loro traversate. Uno dei migranti giunti tre notti fa a seguito di un trasbordo che ha permesso di salvare 14 Somali abbandonati nella stiva di una nave, racconta il degrado cui era costretto a vivere in Libia. Riferisce di essere rimasto in carcere per due mesi in pessime condizioni igieniche, prima di imbarcarsi per raggiungere l’Europa. Per lui, un’esperienza rischiosa ma a lieto fine, poiché quella che poteva risolversi nell’ennesima tragedia si è rivelata al contrario la strada per la sua salvezza. Infatti, come già riportato precedentemente, a seguito di un guasto all’imbarcazione a causa del quale il natante cominciava a imbarcare acqua, i migranti hanno lanciato l’SOS e sono stati approcciati da una nave commerciale libica (si trattava, racconta, di una nave per il commercio di bestiame) che ha riportato indietro tutti i migranti ad eccezione dei 14 in fondo alla stiva, incapaci di risalire in superficie. Una volta abbandonati però, seguendo la rotta indicata da una semplice bussola (riferisce che non disponevano di strumentazione satellitare) e eludendo alcune navi non identificate di sospetta provenienza libica, sono riusciti a proseguire verso nord, fino ad essere avvistati e raggiunti dai nostri soccorritori. E’ iniziata intanto al missione “Mare Nostrum”, per un maggiore pattugliamento del Canale di Sicilia, per la quale c’è tra operatori e Lampedusani grande attesa. Intanto il vento di maestrale alzatosi ieri sembra concedere una tregua.


La Redazione di Borderline Sicilia Onlus