mercoledì 28 agosto 2013

Pian del Lago: i migranti autorganizzano le lotte all’interno dei Cie


Officina Rebelde - Sembrava praticamente dimenticato, il centro d’identificazione ed espulsione di Pian del Lago a Caltanissetta, però, ha assunto tutte le caratteristiche di un nuovo “laboratorio” dell’autorganizzazione migrante. Tre mobilitazioni nell’arco di un solo mese, tre proteste che hanno fatto andare in tilt l’intero sistema dell’”accogli e respingi”. I migranti ristretti all’interno del cie reclamano diritti di base: in testa, quello ad essere esaminati dai membri della commissione che dovrebbe porre la parola definitiva sulla loro sorte.
La commissione, però, non arriva e scatta la mobilitazione. Più volte, i migranti ristretti a Pian del Lago sono riusciti a bloccare le strade circostanti per diverse ore. Cie e Cara, per utilizzare una definizione assai in voga nel gergo mediatico nazionale, “stanno esplodendo”. In quattrocentocinquanta all’interno di un ghetto della vita: altri ottanta, addirittura, stipati nell’area di quello che, almeno in origine, doveva solo essere un campetto da calcio. Sono, soprattutto, maghrebini e del corno d’Africa: la loro rivolta, però, non ha particolari effigi. L’unica bandiera è quella della dignità perduta e, quindi, da riconquistare. Caltanissetta come Gela, centro nel quale, adesso, arrivano richiedenti asilo: tutti costretti all’interno di una struttura che poco ha a che spartire con le loro esigenze. Una casa di riposo per anziani che, in tutta fretta, si è trasformata in centro per richiedenti asilo. L’attrattiva dei contributi ministeriali, evidentemente, può far miracoli. A Pian del Lago, nel silenzio quasi generale, è in corso l’opposizione, autorganizzata ed autogestita. I migranti non sono stati ancora seppelliti.
Rosario Cauchi