martedì 13 agosto 2013

Aggiornamenti sullo sbarco a Catania e la denuncia delle violazioni nella gestione dell’accoglienza dei migranti

Sono trascorsi tre giorni dalla tragica morte dei 6  Egiziani avvenuta di fronte alla Playa nel tentativo di mettersi in salvo e forse sfuggire alle procedure di riconoscimento delle Forze dell’Ordine. 
Sarebbero partiti in 130 sul quel motopeschereccio, che arenatosi di fronte al Lido Verde di Catania avrebbe consentito a diversi migranti di allontanarsi autonomamente sul territorio prima dell’arrivo dei soccorsi. 

I migranti rimasti a bordo dell’imbarcazione, accompagnati presso la Capitaneria di Porto, sarebbero non più di 96, tra i quali secondo le stime di Save the Children una cinquantina i minori non accompagnati di nazionalità egiziana. Gli altri migranti di origine siriana sono tutti nuclei familiari con numerosi minori al seguito.  Il numero dei sopravvissuti alla tragedia risulta imprecisato a causa del rifiuto da parte di molti di essere identificati per paura di rimanere “incastrati” nelle maglie della burocrazia italiana nelle procedure di riconoscimento della protezione internazionale. Molti Siriani, infatti, hanno contatti con familiari presenti nelle altre nazioni europee, e dunque desiderosi di ricongiungersi quanto prima a loro.
Alle operazioni di primo soccorso hanno partecipato anche gli operatori del Progetto PRAESIDIUM e la Protezione Civile. All’esterno delle strutture del porto di Catania, il CIR ed altre associazioni antirazzista hanno organizzato un presidio di monitoraggio delle procedure istituzionali.
Tutti i minori non accompagnati risultano essere stati collocati presso idonee strutture dislocate sul territorio regionale e nazionale nella stessa sera del 10 agosto. Diversa la sorte dei nuclei famigliari che sono stati trasferiti temporaneamente presso la palestra della scuola Andrea Doria di Catania, dalla quale la maggior parte degli uomini adulti, in numero imprecisato, sarebbe fuggita. Presso la scuola media catanese rimangono ospiti per la maggior parte donne e bambini, dall’11 agosto presidiati da Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia ed un’autoambulanza della Misericordia, col divieto assoluto di far accedere le ong indipendenti che si occupano di immigrazione sul territorio locale.
Risultano 2 gli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina da parte della magistratura catanese. Si tratterebbe di due minori egiziani indiziati di aver fatto da “vivandieri” durante la traversata del Mediterraneo.
Borderline Sicilia esprime preoccupazione e denuncia le violazioni della Carta di Roma (protocollo deontologico concernente anche la tutela di richiedenti asilo, rifugiati, vittime di tratta e minori) che si sarebbero verificate in occasione della gestione dello sbarco sulla spiaggia di Catania. Infatti nel corso delle prime ore, quando i migranti non erano ancora stati identificati ed erano in corso le operazioni sanitarie, diverse agenzie di stampa e testate giornalistiche locali sarebbe state autorizzate ad accedere liberamente presso la sala della Capitaneria di Porto dove si trovavano i migranti, tutti potenziali richiedenti asilo e tra i quali diversi minori, tutti ripresi senza filtri in numerosi video diffusi anche nella programmazione televisiva nazionale, in particolare su RAINEWS24 , REPUBBLICATV ed il TG1 online.
Tutto ciò è avvenuto nonostante gli stessi operatori del progetto Praesidium ( OIM-UNHCR-SAVE THE CHIDREN e CROCE ROSSA) avessero attenzionato tempestivamente alla Prefettura di Catania l’esigenza di gestire il fenomeno mediatico in modo da proteggere l’immagine e i dati sensibili dei migranti.
A tali violazioni si sommano le carenze gestionali nell’accoglienza. Le ong locali che per giorni hanno presidiato la scuola Andrea Doria, denunciano come la Prefettura non abbia messo a disposizione mediatori culturali di lingua araba. Le stesse associazioni locali si sono pertanto adoperate per rintracciare sul territorio mediatori culturali che sono intervenuti anche presso le strutture dell’ASP di Catania, dove alcuni migranti sono stati ricoverati. Si segnalano inoltre alcuni casi di sciopero della fame da parte di alcuni ospiti trattenuti all’interno della struttura emergenziale.
Borderline Sicilia ritiene inaccettabile tanta negligenza nella gestione del fenomeno, sebbene Catania non sia storicamente luogo di approdo degli arrivi via mare, e si associa al cordoglio espresso dalla città di Catania che ha dichiarato il lutto cittadino nella giornata del 14 agosto 2013.


La Redazione di Borderline Sicilia Onlus