La situazione incontrata è di grandissimo disagio, in parte dovuto alla condizione psicologica e fisica in cui versano i migranti “normalmente” nel venire sottoposti a trattenimento in un centro di identificazione, vale a dire quando vengono privati della propria libertà personale per un tempo a priori indeterminabile (o meglio determinato solo in un possibile massimo di 18 mesi).
La situazione in cui si trovano gli “ospiti” del CIE di Milo è però particolarmente difficile ed inaccettabile: moltissime persone riportano ferite e traumi non curati, se non con calmanti e aspirine; nella struttura lavora infatti un unico medico che è presente otto ore al giorno, poiché gli altri medici si sono licenziati in blocco per protestare contro le pessime condizioni lavorative in cui erano costretti ad operare, secondo le informazioni forniteci da alcuni degli operatori del centro in questione. I membri dell'associazione borderline-europe hanno potuto appurare un eccessiva somministrazione di calmanti e ansiolitici, utilizzati per “tenere calmi gli ospiti del Cie”, come ci riferiscono sia gli operatori, che il personale della polizia e i migranti stessi. I quali lamentano anche condizioni di sonnolenza a seguito dei pasti.
La tensione all'interno del campo é acuita anche dalla totale inattività alla quale sono costretti i migranti. Non è previsto alcun tipo di attività ricreativa, nemmeno di carattere sportivo e pochissimi sono gli oggetti che ai detenuti è consentito tenere all'interno dei moduli detentivi. Stando a quanto affermato dai detenuti con cui i membri di borderline-europe hanno parlato addirittura il possesso di libri sarebbe vietato per il timore che li si possa usare per appiccare incendi all'interno del campo. Gli operatori sociali sostengono che sia così per un problema di pubblica sicurezza, ma alcuni membri della polizia hanno negato che la pubblica sicurezza fosse la causa della mancanza di attività ricreative, sostenendo invece che diveniva un problema proprio per la mancanza di attività ricreative.
Questa tensione ha provocato spesso rivolte e azioni repressive anche molto violente da parte delle forze dell'ordine che si occupano della sorveglianza. Il team di borderline-europe ha potuto riscontrare personalmente i segni di tali pestaggi.
borderline-europe, Borderline Sicilia ONLUS, 21/02/2013
borderline-europe/Borderline Sicilia ONLUS, EACEA-Projekt 2012-2014

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