· Anche quest’anno LampedusaInFestival
· Aggiornamenti da Lampedusa. Intervista al vicesindaco Damiano Sferlazzo
· Nuovi sbarchi nella Sicilia orientale
· A rischio l’accoglienza profughi nell’ambito dell’emergenza Nord Africa: la Protezione Civile recede dagli impegni presi
· Osservatorio sulle violazioni del diritto di difesa: buone notizie
L’azione Boats4People nel Mediterraneo
“Basta
morti in mare – per un Mediterraneo di libertà.” Questo lo slogan che ha
caratterizzato l’azione di Boats for people, la cui idea è nata l’anno scorso
durante il meeting antirazzista di Cecina. Attivisti di vari paesi europei ed
africani hanno partecipato all’evento che si è svolto, attraversando il mare,
tra una sponda e l’altra del Mediterraneo. Dopo un anno di preparativi, è
salpata da Cecina la goletta OLOFERNE, simbolo
della lotta contro le stragi di migranti in mare, facendo rotta verso Palermo,
Pantelleria, Monastir ed infine Lampedusa. L’azione in mare è stata gestita per
l’Italia dall’ARCI.
L’associazione
Borderline Sicilia Onlus, insieme a borderline-europe e al Forum antirazzista
di Palermo, ha presentato Boats for people nel capoluogo siciliano. A partire
da maggio è stato organizzato un fitto calendario di eventi, tra cui proiezioni
di film e dibattiti. Il 3 luglio l’Oloferne è approdata a Palermo e, due giorni
dopo, l’equipaggio ha partecipato ad una serata presso l’oratorio di Santa
Chiara, dove sono interventi migranti, attivisti, avvocati e i familiari dei
tunisini dispersi. Il 6 luglio si è svolta una commemorazione dei migranti
morti in mare con delle fiaccole accese su due barche salpate e sul lungomare
di Palermo.
Il 7
luglio un gruppo di circa 80 attivisti internazionali è partito con due traghetti
per la Tunisia per partecipare alle azioni a Tunisi e a Monastir. Fra di loro erano
presenti anche attivisti siciliani. Sui traghetti hanno avuto modo di parlare con i passeggeri
e spiegare le ragioni di Boats for People.
Una
delegazione si è recata al campo profughi di Shousha (vicino il confine
libico), ed il 13 luglio si è svolto un incontro a Monastir, dove il prossimo
anno si terrà il Forum sociale mondiale.
L’ultima
tappa è stata l’isola di Lampedusa. Borderline Sicilia Onlus insieme all’associazione
Askavusa e ad una rappresentante di Migreurop ha organizzato il benvenuto sull’isola,
la presentazione del progetto “WatchTheMed” (https://watchthemed.crowdmap.com/) ed
una commemorazione presso la Porta d’Europa con la lettura delle stragi
avvenute nel Canale di Sicilia nel 2012 e con un lancio dei fiori dalla goletta
e da una barca di Lampedusani.
“La traversata di Boats4People è
stata un successo. Tuttavia queste ultime settimane sono state marcate da numerosi tragici
incidenti. Si tratta di altrettante prove delle conseguenze mortali della
chiusura delle frontiere dell’UE.“
Boats4People è stata un’azione molto
utile per tessere una rete di attivisti tra le due sponde del Mediterraneo. E’
stato inoltre solo il primo passo di un lavoro che andrà sviluppato e
rafforzato nel tempo.
Qui i report da Lampedusa:
Anche quest’anno LampedusaInFestival
La conclusione
dell’azione Boats for people è coincisa con
l’apertura della quarta edizione di LampedusaInFestival.
Fra
dibattiti, incontri e presentazioni di libri sono stati proiettati vari film selezionati
dall’associazione lampedusana Askavusa, promotrice ed organizzatrice del
festival, e divisi nelle sezioni migrazione/memoria e democrazia. Borderline
Sicilia Onlus ha partecipato insieme agli altri gruppi di volontari alla
gestione del festival. Per la prima volta la giuria della sezione
migrazione/memoria è stata composta soprattutto da migranti: coordinata da Dagmawi Yimer per l'Archivio delle
Memorie Migranti (AMM) e curata da Zakaria Mohamed,
Ali Hevi Dilara, Mohamed Ba e Salvatore Billeci. Il vincitore di questa sezione
è stato VERA di Francesca Melandri. Il film
racconta la storia di un’ ebrea croata che a 15 anni perde l’intera famiglia.
Oggi, da sola ad 87 anni, alleva cavalli
vicino Roma e racconta senza rancore la
sua storia terribile mentre sta per nascere un puledro, una nuova vita. Nella
sezione “Democrazia” la giuria coordinata
da Pietro De Rubeis per il Movimento
Giovanile Lampedusa e curata da Stefano Liberti, Costanza Ferrini,
Maria Teresa De Sancitis e Mariangela Barbanente, ha premiato MINOTAWRA: SI ESPORTA CAMBIAMENTO di
Kamikairy Fares, un film sulla rivoluzione in Tunisia. http://www.lampedusainfestival.com/opere-vincitrici.html
Aggiornamenti da Lampedusa. Intervista
al vicesindaco Damiano Sferlazzo
Terminato
il festival e andati via gli ultimi attivisti dall’isola, ricominciano ad
arrivare nuovi migranti
Ma purtroppo il mese
di luglio va ricordato per l’ennesima strage in mare, di quella barca che
sarebbe dovuta arrivare a Lampedusa con 55 persone a bordo, e di cui invece è
rimasto un solo superstite salvato in extremis davanti la costa tunisina.
All’inizio del mese il
centro di Contrada Imbriacola di Lampedusa è stato riaperto, anche se l’isola
continua ad essere dichiarata “porto non sicuro”. Per comprendere meglio la
situazione attuale sull’isola, dato anche il recente cambio di guardia dell’amministrazione
politica, abbiamo intervistato il vicesindaco Damiano Sferlazzo
Sbarchi
nella Sicilia orientale
Nel mese di luglio la costa ragusana e siracusana è
stata interessata da nuovi arrivi. L’hangar all’interno del porto di Pozzallo è
stato chiuso per alcuni giorni per lavori di ristrutturazione e così i gruppi
di migranti sbarcati sono stati portati all’interno di una palestra comunale o
trasferiti a Porto Palo di Capo Passero, dove è stato utilizzato persino il
mercato ittico per le prime operazioni di identificazione
Le foto dello sbarco del 10 luglio a Pozzallo:
A
rischio l’accoglienza profughi nell’ambito dell’emergenza Nord Africa: la
Protezione Civile recede dagli impegni presi
Non sono ancora stati sbloccati i 500 milioni di
euro stanziati per poter garantire i pagamenti necessari all’accoglienza dei
migranti nell’ambito della cd. emergenza NordAfrica, che con decreto è stata
prorogata fino al 31 dicembre 2012. Da mesi in alcune regioni non vengono più
effettuati i pagamenti per il mantenimento delle strutture di accoglienza, con
conseguenze gravissime sui bilanci di associazioni e cooperative che nei mesi
hanno anticipato somme senza poi poter pagare i dipendenti e fornitori, e
soprattutto sui migranti che da un giorno all’altro rischiano di ritrovarsi per
strada. Questa situazione paradossale non risparmia neanche i minori non
accompagnati, la maggior parte dei quali richiedenti asilo.
Il
comune di Mazzarino (CL), partner del progetto Sprar per l’accoglienza e
l’inserimento di minori stranieri non
accompagnati richiedenti asilo gestito dalla cooperativa “I Girasoli”, lo
scorso 31 luglio ha scritto al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile
per chiedere chiarimenti in merito ad una nota inviata dal Soggetto attuatore
per la regione Sicilia il 5 luglio scorso in ordine alle spese già sostenute
per l’accoglienza che dovrebbero essere coperte con i fondi stanziati dal
governo. In particolare, Il dipartimento regionale della Protezione Civile ha fatto
presente che verranno versate le rette per i minori collocati presso la
suddetta struttura soltanto per il periodo che va dalla data di formalizzazione
del modello C3 (la richiesta formale della protezione internazionale) al giorno
del compimento del 18° anno di età dei richiedenti asilo. Pertanto, il centro Sprar
nisseno, invitato a “rivedere l’intera documentazione” relativa alle richieste
di rimborso avanzate nei mese scorsi, ed in parte saldate sulla base degli
originali accordi, si trova nella condizione non soltanto di non vedere un
soldo di quelli finora anticipati, ma di risultare debitore, in quanto dai
conteggi della Protezione Civile l’ente gestore risulta avere ricevuto più di
quanto a questi spettante, in base alle “sopravvenute” disposizioni! Ciò in
deroga al contenuto della convenzione siglata
tra le parti, nella quale si stabilisce l’accoglienza secondo le linee
guida Sprar, la possibilità di protrarre la permanenza dei minori fino a sei
mesi dal compimento della maggiore età e l’erogazione di servizi omogenei a
quelli forniti nei CARA secondo le ordinarie disposizioni ministeriali: in
sostanza la copertura dell’intero periodo di accoglienza del minori richiedenti
asilo, dal momento del collocamento al giorno della loro dimissione. Si profila
una dura battaglia tra chi come la cooperativa “I Girasoli” si impegna ogni
giorno a offrire una possibilità concreta di inserimento sociale ai minori
richiedenti asilo, anche a costo di sacrifici economici non indifferenti, e la
mostruosa macchina mangia soldi della
Protezione Civile, impegnata a coprire i buchi di una scellerata gestione dei
fondi statali. Si concretizza il sospetto che la bufera già scoppiata nelle
altre regioni stia per arrivare anche in Sicilia
Nel frattempo il sindaco di Riace, che insieme ad
altri comuni in Calabria è l’emblema dell’accoglienza virtuosa dei profughi,
per rompere il silenzio intorno alla vicenda, ha cominciato uno sciopero della
fame, che ha poi interrotto.
Il 25 luglio l’On. Pezzotta ha presentato un
question time alla Camera, sul problema dei dinieghi delle commissioni per
migliaia di persone arrivate dalla Libia nel corso del 2011, ma non chiedendo
la concessione del permesso per motivi umanitari ma, piuttosto, programmi di
rimpatrio assistito in Libia. La risposta della ministra Cancellieri, inquietante
sotto vari punti di vista, accennava anche alla questione finanziaria, facendo
riferimento allo stanziamento dei 500 milioni, ma senza spiegare il motivo
della mancata erogazione della somma.
Riportiamo la nota del prof. Fulvio Vassallo
Paleologo dell’Università di Palermo.
Osservatorio sulle violazioni
del diritto di difesa: buone notizie
Segnaliamo un primo successo
dell’avvocato di Torino, Barbara Cattelan, la quale nei mesi scorsi si era
imbattuta nella questione della competenza giurisdizionale dei ricorsi avverso
i respingimenti differiti emessi dalla Questura di Agrigento, al valico di
frontiera di Lampedusa.
Ormai da anni, infatti, su tale
questione l’Ufficio del Giudice di Pace di Agrigento è uniformemente orientato
a dichiararsi incompetente, così come il Tar Sicilia. L’Ufficio del Giudice di
Pace aveva persino confermato questa posizione nel caso di ricorsi contro i provvedimenti
di respingimento nei quali la Questura di Agrigento indicava il giudice
ordinario quale autorità competente alla tutela giurisdizionale.
Dopo anni di dibattito fra gli avvocati impegnati sul terreno del diritto dell’immigrazione, circa la necessità ed opportunità di sollevare un regolamento di giurisdizione (cioè un ricorso per stabilire se sia il giudice amministrativo o quello ordinario tenuto a decidere nel merito) dinnanzi alla Suprema Corte di Cassazione, e decine di tentativi volti ad ottenere un risultato immediato con le più articolate motivazioni contenute nelle migliaia di ricorsi depositati e respinti, nei primi mesi del 2012 l’avv. Cattelan, in collaborazione con Borderline Sicilia Onlus, ha selezionato un caso pilota da sottoporre al giudizio della Corte di Cassazione.
Dopo anni di dibattito fra gli avvocati impegnati sul terreno del diritto dell’immigrazione, circa la necessità ed opportunità di sollevare un regolamento di giurisdizione (cioè un ricorso per stabilire se sia il giudice amministrativo o quello ordinario tenuto a decidere nel merito) dinnanzi alla Suprema Corte di Cassazione, e decine di tentativi volti ad ottenere un risultato immediato con le più articolate motivazioni contenute nelle migliaia di ricorsi depositati e respinti, nei primi mesi del 2012 l’avv. Cattelan, in collaborazione con Borderline Sicilia Onlus, ha selezionato un caso pilota da sottoporre al giudizio della Corte di Cassazione.
La scorsa settimana
la Suprema Corte, ritenendo la questione sollevata dall’avv. Cattelan di
notevole importanza, ha fissato udienza di pubblica trattazione per il prossimo
23 ottobre dinnanzi alle Sezioni Unite. L’associazione Borderline Sicilia Onlus
ringrazia sentitamente chi ogni giorno si batte per vedere riconosciuti ad ogni
uomo i diritti umani in maniera indiscriminata, ed in particolare l’avv.
Cattelan per avere creduto possibile il ripristino dello stato di diritto.
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