giovedì 31 maggio 2012

Newsletter Siciliamigranti - Maggio 2012

· Scenari ancora “aperti” sulla questione migranti a Lampedusa
· Riprendono gli sbarchi a Pozzallo
· Aggiornamenti su Cassibile
· La situazione al CIE Vulpitta di Trapani
· Tentativi di fuga e tensioni al CIE di Milo: insorgono giornalisti e poliziotti
· Pubblicato il decreto che proroga i permessi per motivi umanitari dei cittadini nordafricani
· Osservatorio sulle violazioni del diritto di difesa: buone notizie
· Delegazione Tunisini in Italia: aggiornamenti sulle ricerche dei parenti dispersi




SCENARI ANCORA “APERTI” SULLA QUESTIONE MIGRANTI A LAMPEDUSA
Ad aprile avevamo denunciato l’illegittima detenzione per settimane di 24 Somali, scampati miracolosamente all’ennesimo naufragio nel Canale di Sicilia, presso una struttura alberghiera di Lampedusa
Lo scorso 7 maggio ai richiedenti asilo già presenti sull’isola si erano aggiunti 17 Tunisini intercettati dai carabinieri a 10 miglia dalla costa
Il residence di Cala Creta è stato svuotato a partire da metà mese. I migranti sub Sahariani sono stati smistati presso alcuni centri di accoglienza per richiedenti la protezione internazionale tra la Sicilia e la Calabria. I Tunisini sono stati trasferiti presso l’hangar portuale di Pozzallo, in attesa di essere rimpatriati.
Il 23 maggio scorso rimanevano soltanto cinque Tunisini sull’isola, i quali hanno trascorso l’ultima notte a Lampedusa sull’imbarcazione che li aveva condotti in Italia, prima di raggiungere, il giorno dopo, gli altri connazionali a Pozzallo. Nel corso della notte i cinque sono stati spostati sul molo all’addiaccio a causa dell’acqua che stava sommergendo la barca. Forse un sadico regalo di addio confezionato ad hoc dalle autorità. O forse ragioni di pubblica utilità, dettate dalla necessità di riavere i locali del residence liberi e pronti, in attesa di nuova “merce” in arrivo.
Nelle prossime ore presso il ministero dell’Interno si darà il via a una serie di consultazioni per discutere l’opportunità di revocare il provvedimento con il quale Maroni alla fine di settembre 2011 aveva dichiarato Lampedusa “porto non sicuro” http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2011/mese/09/articolo/5455/ e di rinnovare gli accrediti alle organizzazioni di Praesidium.
Le due scelte, in particolare la seconda - condizionata anche dalle valutazioni dei magri risultati conseguiti in questi ultimi anni alla mercè dell’Italia, condannata più volte dalla comunità europea per le violazioni perpetrate nella gestione dei flussi migratori – potrebbero redisegnare il sistema di soccorso, accoglienza, smistamento e trattenimento dei migranti nell’intera regione.
Il punto saliente da risolvere sembrerebbe quello dei finanziamenti, dopo il flop della gestione 2011-2012 da parte della Protezione Civile.
Intanto il centro di Lampedusa è ufficialmente pronto alla riapertura. A data da destinarsi.
  
RIPRENDONO GLI SBARCHI A POZZALLO (RG)
Il 28 maggio c’è stato il primo sbarco del 2012 sulla costa ragusana. Sono arrivate 76 persone che hanno riferito di quattro dispersi in mare. Continuano i morti nel Mediterraneo, le pratiche di rimpatrio collettivo, e gli arresti per favoreggiamento all’immigrazione clandestina dopo indagini lampo che destano numerose perplessità.
Presso una palestra del Comune vengono raccolti i richiedenti asilo e i minori in attesa di essere smistati presso adeguate strutture di accoglienza.
I Tunisini arrivati nelle scorse settimane sono stati trasferiti presso l’hangar portuale della località ragusana in attesa del loro rimpatrio. Nessuna organizzazione accreditata dal ministero dell’Interno (OIM, CRI, Acnur e Save the Children) ha accesso alla struttura, tranne la Croce Rossa Italiana, deputata a distribuire beni di prima necessità e farmaci per conto della Protezione Civile.
A giugno scadrà il progetto Praesidium. In quell’occasione verranno ridiscussi col ministero dell’Interno i ruoli delle diverse organizzazioni che da anni garantiscono (o dovrebbero) il rispetto delle procedure di accesso alla protezione internazionale e di allontanamento dal territorio italiano, nonché dei diritti fondamentali. Se da un lato la loro presenza ha, in non poche occasioni, scongiurato violazioni eclatanti dei diritti umani, dall’altra è stata una garanzia di facciata utile al governo italiano per tentare di coprire le prassi illegittime adottate nei luoghi deputati al soccorso, all’accoglienza e al trattenimento dei migranti in Sicilia.
  
AGGIORNAMENTI SU CASSABILE (SR)
Come ogni anno in questo periodo, durante la raccolta della patata, a Cassibile arrivano centinaia di migranti in cerca di lavoro. Quello che trovano, come nelle altre “tappe” del cosiddetto circuito degli stagionali, sono sfruttamento a basso costo di manodopera, reclutamento attraverso i caporali, alloggio in casolari abbandonati o direttamente nei campi intorno le terre in  cui lavorano. Nonostante l’introduzione nel codice penale del reato di caporalato lo scorso settembre, non sembra che questo fenomeno sia in diminuzione, anche perchè rimane alla base il problema della mancata protezione per chi decide di denunciare il proprio sfruttatore. E come ogni anno le istituzioni intervengono stanziando fondi per approntare una tendopoli gestita dalla Croce Rossa che è aperta solo a coloro i quali hanno un permesso di soggiorno.
Ma Cassibile negli ultimi anni è stato anche teatro di altri scandali legati all’immigrazione, quali quelli legati al CARA, gestito dall’associazione Alma Mater, che è poi stato chiuso http://affaritaliani.libero.it/sociale/richiedenti_asilo230210.html
Nonostante i processi ancora in corso, si apprende che fra i soci del consorzio Oasi, che si è aggiudicato la gestione dei Cie di Modena e  Bologna con un’offerta fortemente a ribasso, c’è il vicedirettore di quella che era l’Alma Mater.
  
LA SITUAZIONE AL CIE VULPITTA  DI TRAPANI
L’11 maggio 2012 la parlamentare Alessandra Siragusa (PD) ha visitato insieme a Laura Verduci del Forum Antirazzista di Palermo e al giornalista freelance Alessio Genovese, il CIE “Serraino Vulpitta” di Trapani. Nei loro report Verduci e Genovese raccontano delle condizioni disumane del trattenimento all’interno della struttura. In quasi tutte le stanze mancano i vetri alle finestre, i migranti si lamentano del freddo e delle zanzare. Le condizioni igieniche sono pessime, i servizi non funzionano. La direttrice riferisce la presenza di 41 persone, ma in base alle notizie riportate nei report dei due visitatori all’interno del centro sarebbero più di 50 (la capacità del centro è di 43 posti). Un gruppo di egiziani vive in una stanza separata, in attesa del rimpatrio. Quasi tutti i migranti presenti provengono da altri CIE italiani o direttamente dalle carceri. Alcuni di loro hanno problemi di salute, molti soffrono di depressione, e si verificano spesso episodi di autolesionismo e tentativi di suicidio. 
Il 23 aprile alcuni rappresentanti della campagna LasciateCIEntrare hanno organizzato un presidio davanti al Vulpitta. Hanno potuto comunicare a distanza con i migranti trattenuti : “Quanti siete? - Più di sessanta persone, otto in una stanza. - Gli avvocati vengono a trovarvi? - Sì, sì. Ci sono avvocati, sì, ma... - Da quanti giorni siete qui?  - 6 mesi, 8 mesi, 8 mesi e mezzo... - C'è qualcuno che viene da Milo?  - Sì, lui ha fatto 6 mesi lì e 2 mesi qui. Noi siamo arrivati da Torino, da Milano, da  Bari...Hanno portato persone da tutta l'Italia qui. - Avete fatto la convalida con il giudice? - Non abbiamo visto nessun giudice... Giornalisti, posso dire una parola? Da più di una settimana la gente si sta impiccando, si sta tagliando, un altro si è aperto lo stomaco, uno si è tagliato le mani...La gente sta morendo, sta morendo. Non danno aiuto... non danno aiuto di nessun tipo. La gente sta morendo di fame, sta morendo di depressione, perché sta qui da 6 mesi, 8 mesi, chiusa qui senza sapere niente. Gli avvocati non vengono mai, perché sono con loro, non ci chiamano mai, non funziona niente. Noi possiamo scrivere tutte queste cose. Sono il primo a firmare, a mettere il mio nome…”

TENTATIVI DI FUGA E TENSIONI AL CIE DI MILO: INSORGONO GIORNALISTI E POLIZIOTTI
Dal 27 maggio ad oggi i tentativi di fuga presso il CIE di Milo (Trapani) hanno ridato la libertà ad un centinaio di trattenuti http://www.autistici.org/macerie/?p=29159
Da indiscrezioni sembra che ai migranti rimasti dentro il centro sia toccata la punizione anche per chi era assente.
E dai sindacati di polizia si alza una voce di indignazione per le condizioni disumane nelle quali sono costretti a lavorare dentro il centro trapanese.
Riportiamo uno dei passaggi salienti del comunicato stampa del SIULP Palermo: "Ed allora la soluzione può essere solo quella – peraltro già insistentemente richiesta – di incrementare il personale da impiegare al C.I.E. di Milo, perché fare solo “sopravvivere” una struttura indispensabile alle procedure finalizzate alla identificazione ed alla espulsione degli extracomunitari significa soltanto uno spreco di energie, di uomini e di mezzi, senza pensare al mancato soddisfacimento della primaria esigenza di sicurezza." http://www.palermosiulp.it/c-i-e-milo-trapani-nota-di-protesta-del-siulp.html
Le notizie certe sulle condizioni nelle quali vivono, o meglio, sopravvivono i migranti presso il centro di Milo arrivano da alcuni giornalisti dell'agenzia TMNews e della delegazione di altri venti giornalisti, che sono riusciti ad entrare nel CIE nei giorni scorsi http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/20120531_093452.shtml


                                                                                                                 
PUBBLICATO IL DECRETO CHE PROROGA I PERMESSI PER MOTIVI UMANITARI DEI CITTADINI NORDAFRICANI
Ad un mese dalla scadenza dei permessi per motivi umanitari rilasciati ai sensi del DPCM del 5 aprile del 2011 (http://www.siciliamigranti.blogspot.it/2012/04/mancata-proroga-dei-permessi-umanitari.html) il governo ha finalmente emanato il decreto che stabilisce un’ulteriore proroga di sei mesi. Una circolare del ministero dell’interno chiarisce, inoltre, che i permessi si rinnovano automaticamente, ma le Questure sono comunque tenute a rinnovare il titolo qualora l’interessato lo richieda presso il competente Ufficio Immigrazione.
Il testo del decreto:
Il testo della circolare:
Resta però ancora aperta la questione riguardante tutti i profughi arrivati nel corso del 2011 in Italia fuggendo dalla Libia, per i quali da più parti è stato sollecitato il rilascio di un permesso per motivi umanitari. Sono infatti numerosi i rigetti decretati dalle commissioni per la protezione internazionale, che stanno costringendo all’irregolarità migliaia di persone. http://www.meltingpot.org/articolo17823.html

 OSSERVATORIO SULLE VIOLAZIONI DEL DIRITTO DI DIFESA: BUONE NOTIZIE
Nella newsletter di marzo avevamo segnalato una delibera del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania con la quale venivano sospese tutte le istanze di ammissione al gratuito patrocinio presentate dai richiedenti asilo. Il COA catanese poneva al Presidente del Tribunale un quesito sull'idoneità dei documenti allegati alle istanze http://siciliamigranti.blogspot.it/p/materiali.html

Ritenuti evidenti i profili di illegittimità di tale provvedimento, l’Asgi, attraverso due soci della sezione siciliana, ha impugnato la delibera innanzi il Tar (tribunale amministrativo regionale) di Catania.

Pochi giorni dopo la notifica del ricorso, il COA, seppur ritenendone la legittimità, ha emanato una delibera con cui viene revocato il provvedimento oggetto di impugnazione. Si auspica, pertanto, che con la revoca dell’ordinanza del 7 febbraio scorso, il COA torni a valutare le istanze di ammissione al patrocinio a spese dello stato dei richiedenti asilo, attraverso il vaglio della legittimità di ogni singola istanza, con  la possibilità per ogni richiedente di rivolgersi direttamente al Tribunale in caso di rigetto, ristabilendo in questo modo l’accesso al diritto di difesa per i migranti richiedenti asilo.
Leggi la delibera del 15.05.2012:  http://siciliamigranti.blogspot.it/p/materiali.html

DELEGAZIONE TUNISINI IN ITALIA: AGGIORNAMENTI SULLE RICERCHE DEI PARENTI DISPERSI
A gennaio i componenti della delegazione erano arrivati dalla Tunisia a Palermo, alla ricerca dei propri familiari dispersi. Come dicono loro, scomparsi dopo il loro arrivo sulle coste della Sicilia. I familiari dei giovani Tunisini dispersi - che per settimane hanno manifestato davanti al consolato tunisino a Palermo, incontrato la responsabile dell’Ufficio Immigrazione di Agrigento e visitato alcuni centri siciliani per migranti  - sono sbarcati a Roma, dove hanno parlato sia con i rappresentanti dell’ambasciata tunisina che del ministero dell’Interno. Sono stati anche ricevuti da Napolitano in persona, il quale rivolgendosi ad una delle madri, ha esclamato:  “Signora, non pianga.”
La delegazione è certa che l’esito della richiesta, presentata al governo italiano, di riscontro sulle impronte digitali dei familiari scomparsi (arrivate dopo mesi di lunga attesa) non ha portato a nulla. I rappresentanti del comitato “2511” si sono recati in Tunisia dove hanno conferito con il ministero dell’Interno. “Nel frattempo – riferisce il comitato - la settimana scorsa, anche noi, come 2511 siamo state per alcuni giorni in Tunisia a incontrare le madri e le famiglie (…) e a cercare di parlare con le istituzioni. Da quest’ultime abbiamo saputo altre verità-non verità: il confronto è terminato e il risultato è negativo; il confronto è al 60% e il risultato verrà comunicato tutto insieme; il risultato negativo è già stato comunicato.” Dato che i famigliari tunisini presenti in Italia ancora non sono a conoscenza dei risultati del raffronto che sarebbe stato effettuato tra le impronte digitali dei dispersi e il data base dei migranti sbarcati in Sicilia nel 2011, il comitato “2511” ha pubblicamente dichiarato che esige una comunicazione ufficiale degli esiti in sede di conferenza stampa ed un indagine più approfondita sull’intera vicenda. http://leventicinqueundici.noblogs.org/?p=1036                          


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