· Riprendono gli sbarchi a Pozzallo
· Aggiornamenti su Cassibile
· La situazione al CIE Vulpitta di Trapani
· Tentativi di fuga e tensioni al CIE di Milo: insorgono giornalisti e poliziotti
· Pubblicato il decreto che proroga i permessi per motivi umanitari dei cittadini nordafricani
· Osservatorio sulle violazioni del diritto di difesa: buone notizie
· Delegazione Tunisini in Italia: aggiornamenti sulle ricerche dei parenti dispersi
SCENARI ANCORA “APERTI” SULLA QUESTIONE MIGRANTI A
LAMPEDUSA
Ad aprile avevamo denunciato l’illegittima
detenzione per settimane di 24 Somali, scampati miracolosamente all’ennesimo
naufragio nel Canale di Sicilia, presso una struttura alberghiera di Lampedusa
Lo scorso 7 maggio ai richiedenti asilo già
presenti sull’isola si erano aggiunti 17 Tunisini intercettati dai carabinieri a 10 miglia dalla costa
Il residence di Cala Creta è stato svuotato a
partire da metà mese. I migranti sub Sahariani sono stati smistati presso alcuni
centri di accoglienza per richiedenti la protezione internazionale tra la
Sicilia e la Calabria. I Tunisini sono stati trasferiti presso l’hangar
portuale di Pozzallo, in attesa di essere rimpatriati.
Il 23 maggio scorso rimanevano soltanto cinque
Tunisini sull’isola, i quali hanno trascorso l’ultima notte a Lampedusa
sull’imbarcazione che li aveva condotti in Italia, prima di raggiungere, il
giorno dopo, gli altri connazionali a Pozzallo. Nel corso della notte i cinque sono
stati spostati sul molo all’addiaccio a causa dell’acqua che stava sommergendo
la barca. Forse un sadico regalo di addio confezionato ad hoc dalle
autorità. O forse ragioni di pubblica utilità, dettate dalla necessità di
riavere i locali del residence liberi e pronti, in attesa di nuova “merce” in
arrivo.
Nelle prossime ore presso il ministero dell’Interno
si darà il via a una serie di consultazioni per discutere l’opportunità di
revocare il provvedimento con il quale Maroni alla fine di settembre 2011 aveva
dichiarato Lampedusa “porto non sicuro” http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2011/mese/09/articolo/5455/ e di rinnovare
gli accrediti alle organizzazioni di Praesidium.
Le due scelte, in particolare la
seconda - condizionata anche dalle valutazioni dei magri risultati conseguiti
in questi ultimi anni alla mercè dell’Italia, condannata più volte dalla
comunità europea per le violazioni perpetrate nella gestione dei flussi
migratori – potrebbero redisegnare il sistema di soccorso, accoglienza,
smistamento e trattenimento dei migranti nell’intera regione.
Il punto saliente da risolvere
sembrerebbe quello dei finanziamenti, dopo il flop della gestione 2011-2012 da
parte della Protezione Civile.
Intanto il centro di Lampedusa è ufficialmente
pronto alla riapertura. A data da destinarsi.
RIPRENDONO GLI SBARCHI A POZZALLO (RG)
Il 28 maggio
c’è stato il primo sbarco del 2012 sulla costa ragusana. Sono arrivate 76
persone che hanno riferito di quattro dispersi in mare. Continuano i morti nel
Mediterraneo, le pratiche di rimpatrio collettivo, e gli arresti per
favoreggiamento all’immigrazione clandestina dopo indagini lampo che destano
numerose perplessità.
Presso una palestra del Comune vengono raccolti i
richiedenti asilo e i minori in attesa di essere smistati presso adeguate
strutture di accoglienza.
I Tunisini arrivati nelle scorse settimane sono
stati trasferiti presso l’hangar portuale della località ragusana in attesa del
loro rimpatrio. Nessuna organizzazione accreditata dal ministero dell’Interno
(OIM, CRI, Acnur e Save the Children) ha accesso alla struttura, tranne la Croce
Rossa Italiana, deputata a distribuire beni di prima necessità e farmaci per
conto della Protezione Civile.
A giugno scadrà il progetto Praesidium. In quell’occasione
verranno ridiscussi col ministero dell’Interno i ruoli delle diverse
organizzazioni che da anni garantiscono (o dovrebbero) il rispetto delle
procedure di accesso alla protezione internazionale e di allontanamento dal
territorio italiano, nonché dei diritti fondamentali. Se da un lato la loro
presenza ha, in non poche occasioni, scongiurato violazioni eclatanti dei
diritti umani, dall’altra è stata una garanzia di facciata utile al governo
italiano per tentare di coprire le prassi illegittime adottate nei luoghi
deputati al soccorso, all’accoglienza e al trattenimento dei migranti in Sicilia.
AGGIORNAMENTI SU CASSABILE (SR)
Come ogni anno in questo periodo, durante la
raccolta della patata, a Cassibile arrivano centinaia di migranti in cerca di
lavoro. Quello che trovano, come nelle altre “tappe” del cosiddetto circuito
degli stagionali, sono sfruttamento a basso costo di manodopera, reclutamento
attraverso i caporali, alloggio in casolari abbandonati o direttamente nei
campi intorno le terre in cui lavorano.
Nonostante l’introduzione nel codice penale del reato di caporalato lo scorso
settembre, non sembra che questo fenomeno sia in diminuzione, anche perchè
rimane alla base il problema della mancata protezione per chi decide di
denunciare il proprio sfruttatore. E come ogni anno le istituzioni intervengono
stanziando fondi per approntare una tendopoli gestita dalla Croce Rossa che è
aperta solo a coloro i quali hanno un permesso di soggiorno.
Ma Cassibile negli ultimi anni è stato anche teatro
di altri scandali legati all’immigrazione, quali quelli legati al CARA, gestito
dall’associazione Alma Mater, che è poi stato chiuso http://affaritaliani.libero.it/sociale/richiedenti_asilo230210.html
Nonostante i processi ancora in corso, si apprende
che fra i soci del consorzio Oasi, che si è aggiudicato la gestione dei Cie di
Modena e Bologna con un’offerta
fortemente a ribasso, c’è il vicedirettore di quella che era l’Alma Mater.
LA SITUAZIONE
AL CIE VULPITTA DI TRAPANI
L’11 maggio
2012 la parlamentare Alessandra Siragusa (PD) ha visitato insieme a Laura
Verduci del Forum Antirazzista di Palermo e al giornalista freelance Alessio
Genovese, il CIE “Serraino Vulpitta” di Trapani. Nei loro report Verduci e
Genovese raccontano delle condizioni disumane del trattenimento all’interno
della struttura. In quasi tutte le stanze mancano i vetri alle finestre, i
migranti si lamentano del freddo e delle zanzare. Le condizioni igieniche sono
pessime, i servizi non funzionano. La direttrice riferisce la presenza di 41
persone, ma in base alle notizie riportate nei report dei due visitatori all’interno
del centro sarebbero più di 50 (la capacità del centro è di 43 posti). Un
gruppo di egiziani vive in una stanza separata, in attesa del rimpatrio. Quasi
tutti i migranti presenti provengono da altri CIE italiani o direttamente dalle
carceri. Alcuni di loro hanno problemi di salute, molti soffrono di
depressione, e si verificano spesso episodi di autolesionismo e tentativi di
suicidio.
Il 23 aprile
alcuni rappresentanti della campagna LasciateCIEntrare hanno organizzato un
presidio davanti al Vulpitta. Hanno potuto comunicare a distanza con i migranti
trattenuti : “Quanti siete? - Più di
sessanta persone, otto in una stanza. - Gli avvocati vengono a trovarvi? - Sì,
sì. Ci sono avvocati, sì, ma... - Da quanti giorni siete qui? - 6 mesi, 8 mesi, 8 mesi e mezzo... - C'è
qualcuno che viene da Milo? - Sì, lui ha
fatto 6 mesi lì e 2 mesi qui. Noi siamo arrivati da Torino, da Milano, da
Bari...Hanno portato persone da tutta l'Italia qui. - Avete fatto la
convalida con il giudice? - Non abbiamo visto nessun giudice... Giornalisti,
posso dire una parola? Da più di una settimana la gente si sta impiccando,
si sta tagliando, un altro si è aperto lo stomaco, uno si è tagliato
le mani...La gente sta morendo, sta morendo. Non danno aiuto... non danno aiuto
di nessun tipo. La gente sta morendo di fame, sta morendo di depressione,
perché sta qui da 6 mesi, 8 mesi, chiusa qui senza sapere niente. Gli
avvocati non vengono mai, perché sono con loro, non ci chiamano mai, non funziona
niente. Noi possiamo scrivere tutte queste cose. Sono il primo a firmare, a
mettere il mio nome…”
TENTATIVI DI FUGA E TENSIONI AL CIE DI MILO: INSORGONO
GIORNALISTI E POLIZIOTTI
Dal 27 maggio ad oggi i tentativi di fuga presso il CIE
di Milo (Trapani) hanno ridato la libertà ad un centinaio di trattenuti http://www.autistici.org/macerie/?p=29159
Da indiscrezioni sembra che ai migranti rimasti dentro il
centro sia toccata la punizione anche per chi era assente.
E dai sindacati di polizia si alza una voce di
indignazione per le condizioni disumane nelle quali sono costretti a lavorare
dentro il centro trapanese.
Riportiamo uno dei passaggi salienti del comunicato
stampa del SIULP Palermo: "Ed allora la soluzione può essere solo quella –
peraltro già insistentemente richiesta – di incrementare il personale da
impiegare al C.I.E. di Milo, perché fare solo “sopravvivere” una struttura
indispensabile alle procedure finalizzate alla identificazione ed alla
espulsione degli extracomunitari significa soltanto uno spreco di energie, di
uomini e di mezzi, senza pensare al mancato soddisfacimento della primaria
esigenza di sicurezza." http://www.palermosiulp.it/c-i-e-milo-trapani-nota-di-protesta-del-siulp.html
Le notizie
certe sulle condizioni nelle quali vivono, o meglio, sopravvivono i migranti presso
il centro di Milo arrivano da alcuni giornalisti dell'agenzia TMNews e della
delegazione di altri venti giornalisti, che sono riusciti ad entrare nel CIE
nei giorni scorsi http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/20120531_093452.shtml
PUBBLICATO IL
DECRETO CHE PROROGA I PERMESSI PER MOTIVI UMANITARI DEI CITTADINI NORDAFRICANI
Ad un mese dalla scadenza dei permessi per motivi umanitari rilasciati ai
sensi del DPCM del 5 aprile del 2011 (http://www.siciliamigranti.blogspot.it/2012/04/mancata-proroga-dei-permessi-umanitari.html) il governo ha finalmente emanato il decreto che stabilisce un’ulteriore
proroga di sei mesi. Una circolare del ministero dell’interno chiarisce,
inoltre, che i permessi si rinnovano automaticamente, ma le Questure sono
comunque tenute a rinnovare il titolo qualora l’interessato lo richieda presso
il competente Ufficio Immigrazione.
Il testo del decreto:
Il testo della circolare:
Resta però ancora aperta la questione riguardante tutti i profughi
arrivati nel corso del 2011 in Italia fuggendo dalla Libia, per i quali da più
parti è stato sollecitato il rilascio di un permesso per motivi umanitari. Sono
infatti numerosi i rigetti decretati dalle commissioni per la protezione
internazionale, che stanno costringendo all’irregolarità migliaia di persone. http://www.meltingpot.org/articolo17823.html
OSSERVATORIO SULLE VIOLAZIONI
DEL DIRITTO DI DIFESA: BUONE NOTIZIE
Nella newsletter di marzo avevamo
segnalato una delibera del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania con
la quale venivano sospese tutte le istanze di ammissione al gratuito patrocinio
presentate dai richiedenti asilo. Il COA catanese poneva al Presidente del
Tribunale un quesito sull'idoneità dei documenti allegati alle istanze http://siciliamigranti.blogspot.it/p/materiali.html
Ritenuti
evidenti i profili di illegittimità di tale provvedimento, l’Asgi, attraverso
due soci della sezione siciliana, ha impugnato la delibera innanzi il Tar (tribunale
amministrativo regionale) di Catania.
Pochi giorni dopo la notifica del
ricorso, il COA, seppur ritenendone la legittimità, ha emanato una delibera con
cui viene revocato il provvedimento oggetto di impugnazione. Si auspica,
pertanto, che con la revoca dell’ordinanza del 7 febbraio scorso, il COA torni
a valutare le istanze di ammissione al patrocinio a spese dello stato dei
richiedenti asilo, attraverso il vaglio della legittimità di ogni singola
istanza, con la possibilità per ogni
richiedente di rivolgersi direttamente al Tribunale in caso di rigetto,
ristabilendo in questo modo l’accesso al diritto di difesa per i migranti
richiedenti asilo.
Leggi la delibera del 15.05.2012: http://siciliamigranti.blogspot.it/p/materiali.html
DELEGAZIONE
TUNISINI IN ITALIA: AGGIORNAMENTI SULLE RICERCHE DEI PARENTI DISPERSI
A
gennaio i componenti della delegazione erano arrivati dalla Tunisia a Palermo,
alla ricerca dei propri familiari dispersi. Come dicono loro, scomparsi dopo il
loro arrivo sulle coste della Sicilia. I familiari dei giovani Tunisini
dispersi - che per settimane hanno manifestato davanti al consolato tunisino a
Palermo, incontrato la responsabile dell’Ufficio Immigrazione di Agrigento e
visitato alcuni centri siciliani per migranti
- sono sbarcati a Roma, dove hanno parlato sia con i rappresentanti dell’ambasciata
tunisina che del ministero dell’Interno. Sono stati anche ricevuti da
Napolitano in persona, il quale rivolgendosi ad una delle madri, ha esclamato: “Signora, non pianga.”
La
delegazione è certa che l’esito della richiesta, presentata al governo italiano,
di riscontro sulle impronte digitali dei familiari scomparsi (arrivate dopo
mesi di lunga attesa) non ha portato a nulla. I rappresentanti del comitato “2511”
si sono recati in Tunisia dove hanno conferito con il ministero dell’Interno. “Nel frattempo –
riferisce il comitato - la settimana scorsa, anche noi, come 2511 siamo state
per alcuni giorni in Tunisia a incontrare le madri e le famiglie (…) e a cercare
di parlare con le istituzioni. Da quest’ultime abbiamo saputo altre
verità-non verità: il confronto è terminato e il risultato è negativo; il
confronto è al 60% e il risultato verrà comunicato tutto insieme; il risultato
negativo è già stato comunicato.” Dato che i famigliari tunisini presenti
in Italia ancora non sono a conoscenza dei risultati del raffronto che sarebbe
stato effettuato tra le impronte digitali dei dispersi e il data base dei
migranti sbarcati in Sicilia nel 2011, il comitato “2511” ha pubblicamente
dichiarato che esige una comunicazione ufficiale degli esiti in sede di conferenza
stampa ed un indagine più approfondita sull’intera vicenda. http://leventicinqueundici.noblogs.org/?p=1036
Volete abbonarvi gratuitamente alla nostra newsletter mensile?
Inviate una e mail a borderline-sicilia@libero.it, con oggetto "newsletter"!