L’ass. Borderline Sicilia Onlus, e l’ASGI, Associazione studi giuridici sull’immigrazione, sezione siciliana, esprimono profonda preoccupazione per l’assoluto silenzio da parte delle istituzioni, in merito alla possibilità di prorogare o meno i permessi per motivi umanitari rilasciati ai cittadini tunisini ex DPCM del 5 aprile 2011.
Nell’ambito della cosiddetta Emergenza Nordafrica, il governo ha emanato il DPCM ai sensi dell’art. 20 del T.U sull’immigrazione, prevedendo la possibilità per i cittadini tunisini arrivati tra il primo gennaio e il 5 aprile 2011, di ricevere un permesso per motivi umanitari dalla durata di sei mesi. Il sei ottobre è stato poi emanato il decreto che ha prorogato la validità di tali permessi di altri sei mesi, ossia fino ad oggi.
L’attuale governo non ha emanato finora nessun provvedimento che disponga la procedura da attuare relativamente a questi permessi, adesso scaduti, nè tantomeno ha dichiarato quali siano le intenzioni al riguardo.
Ricordando che si tratta di migliaia di persone, e che comunque l’Emergenza Nordafrica è stata prorogata fino al 31 dicembre 2012, è importante sottolineare anche il fatto che nè il DPCM, nè le circolari attuative prevedono la possibilità di convertire questi permessi in permessi per lavoro o famiglia, e come accade spesso in queste situazioni, ogni questura ha agito discrezionalmente, interpretando la legge in modo diverso. Solo per fare due esempi in Sicilia, la questura di Agrigento ha proceduto alla conversione, mentre quella di Ragusa no. In realtà tale possibilità è chiaramente deducibile dal fatto che la conversione è prevista dall'art. 14 del D.P.R. 394/1999. E' evidente infatti che la lettera c) del primo comma fa riferimento generico a qualsiasi permesso di soggiorno per motivi umanitari, per cui anche a quelli rilasciati ai cittadini tunisini in virtù del D.P.C.M. del 5.4.2011.
Non consentire ulteriori proroghe per questi permessi e non prevedere la possibilità di convertirli in permessi per lavoro o famiglia, porterà alla gravissima situazione di irregolarità per migliaia di persone, che finiranno nel circuito della clandestinità e dello sfruttamento, aggiungendosi a tutti i profughi provenienti dalla Libia che hanno ricevuto un diniego dalle commissioni territoriali. Auspichiamo pertanto un intervento immediato da parte del governo affinchè questa situazione sospesa venga definita al più presto.
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