martedì 14 febbraio 2012

Disordini al Centro di Soccorso e Prima Accoglienza di Pozzallo. Parlano i rappresentanti delle forze dell’ordine

Da Il Clandestino
MODICA. 13 FEBBRAIO – Innanzi al giudice unico Antongiulio Maggiore, sono comparsi l’ispettore Casiraro, l’ispettore Calogero, l’assistente Lazzaro, l’assistente De Prisco e l’assistente Conti, tutti appartenenti al 10° reparto mobile di Catania, il maresciallo Spadaro, del nucleo dei carabinieri di Pozzallo, e il vicebrigadiere Prudenti, della compagnia di Ragusa della guardia di finanza.

Nel corso dell’udienza, sono stati ricostruiti i fatti relativi alla notte del 16 Aprile 2011, quando, all’interno del CSPA (Centro di Soccorso e di Prima Accoglienza) di Pozzallo, scoppiarono dei disordini causati dal tentativo di fuga perpetrato da alcuni degli extracomunitari ospitati. Cinquanta persone scapparono attraverso il secondo ingresso del centro, la cui porta era stata aperta dall’esterno da uno dei fuggitivi, che aveva precedentemente scavalcato la rete di alluminio con l’aiuto dei compagni. Pare che due carabinieri che sorvegliavano l’ingresso, De Marco e Nifosì, non presenti oggi in aula, siano stati travolti e malmenati e che l’ispettore Calogero, intervenuto a dare rinforzo, sia stato ferito alla mano, riportando una frattura del metacarpo, a causa del calcio di un extracomunitario che cercava di scavalcare il recinto. Gli imputati per la rivolta dello scorso aprile, della cui difesa si occupano gli avvocati Franco Rovetto e Paola Ottaviano, sono sette ragazzi somali, sbarcati a Lampedusa all’inizio dello stesso mese e poi trasferiti a Pozzallo. I capi d’imputazione contestati sono resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e danneggiamento. Dalle testimonianze rese in udienza, però, risulta che nessuno dei sette è stato materialmente riconosciuto nel compiere specifici atti di violenza. Un processo importante quello di oggi perchè per la prima volta, in casi del genere, i rappresentanti delle forze dell’ordine vanno a dibattimento. Di solito, tutto per i migranti si chiude con il patteggiamento e, perciò, con un’ammissione di responsabilità; in questo modo, la condanna penale rimane, costituendo un grave ostacolo per l’ottenimento del permesso di soggiorno. I ragazzi somali imputati, che all’epoca dei fatti di Pozzallo erano richiedenti asilo, hanno poi ottenuto lo status di protezione internazionale. La prossima udienza è prevista per il 9 luglio.
Daniela Sammito

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