mercoledì 19 aprile 2017

Iniziative in Sicilia a sostegno della liberazione di Gabriele Del Grande

Dopo giorni di vana attesa di una rapida risoluzione della vicenda che vede il nostro amico Gabriele Del Grande detenuto da 10 giorni in un centro di detenzione turco privato di qualsiasi diritto, Borderline Sicilia Onlus aderisce alla richiesta di mobilitazione lanciata da Gabriele e dalla sua famiglia, proponendo un presidio davanti alla prefettura di Catania, per domani 20 aprile, alle ore 17.00. 



Una manifestazione analoga si terrà anche a Palermo nelle stesse ore. In occasione del corteo contro l'hotspot, i decreti Minniti/Orlando e il G7, organizzato dal gruppo "Abbattiamo i muri", verrà esposto uno striscione con cui si chiede la liberazione del giornalista italiano detenuto illegalmente in Turchia.

APPELLO PER L’IMMEDIATA LIBERAZIONE DI GABRIELE DEL GRANDE

Esprimiamo grande preoccupazione per la vicenda che dal 10 aprile scorso sta vivendo il giornalista italiano Gabriele Del Grande, trattenuto dalle autorità turche in un centro di detenzione per stranieri al confine con la Siria. 

Gabriele è stato fermato per una violazione amministrativa a seguito della quale la Turchia lo avrebbe dovuto espellere dal territorio nazionale.

Invece apprendiamo oggi che le trattative diplomatiche intercorse nei giorni scorsi non sono valse a sboccare la situazione, col risultato che Gabriele si trova da 9 giorni privato della libertà personale, senza la possibilità di nominare un avvocato né di interloquire con la sua famiglia, motivi per i quali ha deciso di intraprendere lo sciopero della fame.

Riteniamo inaccettabile che un giornalista venga trattenuto e privato dei suoi diritti fondamentali, solo perché impegnato nello svolgimento del proprio lavoro ritenuto scomodo da un governo straniero, seppure si tratti di un paese in cui è stato cancellato lo stato di diritto.

Chiediamo che le autorità italiane si adoperino fattivamente per una celere definizione della vicenda, impedendo con ogni mezzo alla Turchia di Erdogan che questo fatto venga utilizzato come strumento dell’ennesimo ricatto turco nei confronti dell’Italia e dell’Europa.
Ci aspettiamo che Gabriele ritorni presto a casa per continuare il prezioso lavoro d’inchiesta e denuncia che negli anni lo ha contraddistinto.

Firmatari:

Borderline Sicilia
Borderline-Europe
Asgi sezione Sicilia
Rete Antirazzista Catanese
Cooperativa Quetzal - La Bottega Solidale - Modica
Filieque Iblee - Modica
Chiesa Cristiana Evangelica Battista - Catania
Chiesa Evangelica Valdese - Catania
Associazione culturale Gammazita - Catania
Prc Catania                                                                                                                                 Coordinamento regionale dei comitati No MUOS                                                                             Circolo Città futura Catania


Gabriele Del Grande

Nato a Lucca, si trasferisce a Bologna dove consegue una laurea in Studi Orientali. Nel 2006 ha fondato l'osservatorio Fortress Europe, e messo online il blog ad esso correlato. Il blog elenca tutti i singoli eventi di morti o naufragi censiti dai mezzi di informazione in Europa e nel Maghreb a partire dal 1988, allegando anche il link a una fonte affidabile relativo all'episodio per consentire una verifica più approfondita dell'evento agli utenti.

Quella di Del Grande è la principale attività di monitoraggio del fenomeno realizzata su scala europea. Tutti i monitoraggi successivi si basano sostanzialmente sui dati di Fortress Europe, come riconosciuto anche dai relativi censimenti realizzati.

Come giornalista, anche se non iscritto all'albo, ha collaborato con L'Unità, Redattore Sociale, Peace Reporter. Ha pubblicato con Infinito edizioni i libri Mamadou va a morire (2007), Il mare di mezzo (2010) e Roma senza fissa dimora (2009). Nel 2013 ha realizzato un reportage sulla guerra civile siriana, pubblicato da Internazionale.

Nel 2014, insieme ad Antonio Augugliaro e Khaled Soliman Al Nassiry, ha realizzato il documentario Io sto con la sposa che racconta la vera storia di cinque profughi palestinesi e siriani, sbarcati a Lampedusa, che per arrivare in Svezia mettono in scena un finto matrimonio coinvolgendo un'amica palestinese e una decina di amici che si fingeranno invitati. Così mascherati attraversano in corteo mezza Europa, tra il 14 e il 18 novembre 2013, sino ad arrivare a Stoccolma. Quando è stato fermato in Turchia stava raccogliendo materiale e storie sulla guerra in Siria per il suo ultimo progetto, il libro "Un partigiano mi disse".